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Conferenza stampa, DE ROSSI: “Lukaku ha un problema all’anca, non so se Dybala giocherà ma si può giocare anche senza loro. Non penso ai diffidati” – BOVE: “Onorato di essere accostato al mister, ma voglio la mia carriera”

Dopo il 4-0 nella gara d’andata all’Olimpico, la Roma è attesa domani sera dal Brighton di Roberto De Zerbi nel ritorno degli ottavi di finale di Europa League. Nel pomeriggio, dopo l’allenamento di rifinitura a Trigoria, la Roma è arrivata in Inghilterra e intorno 19.40 Daniele De Rossi ed Edoardo Bove sono intervenuti in conferenza dalla sala stampa del Falmer Stadium.

L’intervento di De Rossi:

La parola gestione è una parolaccia o fa parte di un percorso di crescita?
“Penso che la gestione per un allenatore e un giocatore sia il pane: gestire i momenti, i risultati, il proprio corpo e tutto. Sbagliamo se diamo alla parole gestione un’accezione negativa e speculativa. Gestire non vuol dire che abbiamo segnato 4 gol, chiudersi in area e sperare che non segnino 4 gol. Gestire significa riconoscere le fasi della partita e le condizioni psico-fisiche dell’avversario e le proprie. Se c’è stata una partita in cui abbiamo gestito bene le forze è stata l’andata. Nel secondo tempo loro hanno avuto il pallino in mano e siamo stati bravi a stare un po’ coperti e fargli male in contropiede. È una qualità della squadra, viene dopo un percorso di crescita e di conoscenza insieme, fra me e i giocatori e i giocatori stessi. Posso fare cambi per gestire un momento, ma loro devono gestire il pallone e ogni pallone è una storia a sé”.

Le condizioni di Lukaku e Dybala? L’eventuale assenza dei due può dare un messaggio alla squadra per dire ‘siamo quasi alla fine dell’opera’?
“Sarebbe un messaggio sbagliatissimo, siamo a metà strada al 100%. Paulo sta bene ed è qui con noi, come tutti gli altri giocatori. Lukaku ha un problema all’anca, se lo porta dietro da mesi e forse da anni, ogni tanto gli rispunta fuori e quando rispunta fuori deve gestirlo con un po’ di riposo. Non so quanto riposo, ma negli ultimi due giorni mi ha detto che non riusciva a venire. Con qualsiasi formazione il nostro lavoro e l’essere calciatore, ed essere orgoglioso di esserlo e avere un po’ di amor proprio, ce lo impone, a maggior ragione quando mancano giocatori che giocano più spesso vado a fare una grade partita e dimostro che per noi non cambia nulla. Sarebbe la gioia più grande iniziare a cambiare il concetto che senza loro due non si può giocare a pallone e forse sta già cambiando. Ci sono giocatori forti in questa rosa e sono sicuro che possiamo giocare anche senza di loro, qualora non giocasse Paulo, lo devo ancora decidere. Sono tranquillo con i giocatori a disposizione oggi”.

Sei stato in campo in clamorose rimonte ma anche clamorose sconfitte. Che lezione si può trarre da partite così? C’è un rischio che la Roma corre?
“Tutti in ogni partita rischiano di prendere troppi gol da quelli che si immaginavano, probabilmente anche il Brighton non immaginava di perdere 4-0 all’andata. Non bisogna andare forse troppo lontano per preparare una partita così e per spaventarci, ma basta l’andata. Abbiamo fatto un primo tempo eccezionale, meritando di finirlo in vantaggio, poi hanno colpito anche un palo deviato da Ndicka: un gol dopo 6′ potrebbe cambiare la partita, bisogna stare attenti. Se prendi gol dopo 6′ continui a giocare da squadra vera e non è un dramma, ma bisogna essere consapevoli che all’andata il Brighton ha avuto 4-5 occasioni da gol. Ne abbiamo avute anche noi. Sono due squadre che di solito segnano, noi stiamo segnando parecchio. Dobbiamo pensare che se dovessimo uno o due gol, che è la media che ci stiamo portando dietro da quando sono arrivato, subirne 6 sarebbe tanta roba per il Brighton. Dobbiamo essere pronti e fare un’altra grande partita, i numeri dicono che segniamo almeno un paio di gol a partite e potrebbe chiudere il discorso. Basta preparare una partita così. È ovvio che il risultato ti ronza in testa, sono stato calciatore e un millimetro di rilassatezza può esserci ma anche loro potrebbero essere in grande ansia guardando il cronometro sul tabellone ogni due secondi. Ma il calcio è così, c’è anche in aspetto umano, mentale e passionale che ci portiamo tutti dentro e fa parte della partita che andiamo a vedere”.

Nelle tue migliori previsioni immaginava questo percorso? Da cosa è dipeso?
“Penso che fisiologicamente le grandi squadre come la Roma hanno momenti di calo e poi si ritirano su, a prescindere dall’allenatore perché fisicamente hanno giocatori più forti di quelli che affrontano. Le partite alla fine le vinci. Sono contento del percorso che stiamo facendo insieme, è ovvi che nei miei migliori auspici c’era questo tipo di partenza non solo come risultati ma anche come feeling umano e calcistico che si è creato. Mi sembra che loro credano in maniera forte a quello che provo a trasmettere. Sono soddisfatto. Partita dopo partita vedo cose che mi piacciono sempre di più, poi a volte ci sono gli avversari e gli intoppi, ma fa parte del campionato. Arrivare alla sosta con un grande risultato domani e domenica, sarebbe forse la migliore della partenze che potessi sognare”.

Quando il Brighton vince lo fa anche con punteggi abbastanza larghi. Nella fase difensiva cosa dovete migliorare? Che squadra ti aspetti?
“Non lo so, hanno tanti giocatori davanti con caratteristiche alcune simili tra loro e altre molto diverse. Mi aspetto che De Zerbi ci stupisca dal punto di vista delle scelte, come ha sempre fatto, e non che ci colga impreparati. Bisogna anche dire che hanno perso 2-3 giocatori molto importanti per loro negli ultimi tempi, ma la squadra che ho visto a Roma è competitiva e può far gol a tante squadre. Ci prepareremo e giocheremo per segnare e non concedere gol. Non so quanto cambieranno. Roberto (De Zerbi, ndr) è geniale e sorprendente, ma non mi aspetto che cambi completamente modulo e atteggiamento: è un allenatore che vede il calcio in una maniera tale da preparare le partite sempre per fare gol e attaccare, non credo dovranno snaturarsi perché non è una squadra difensiva che dovrà fare una partita offensiva per la prima volta. È una squadra che anche a Roma è venuta per fare gol e quando hai questa mentalità, questo allenatore e questo giocatori rischi di segnare ma anche di prendere gol. All’andata è stata una partita molto bella dal punto di vista delle occasioni, i nostri giocatori sono stati più bravi a concretizzare. Sarà una bella partita e divertente, ma speriamo che non lo sarà troppo, anche una partita più noiosa e uno 0-0 non ci farebbe schifo. A parte le battute, dobbiamo fare una partita pensando di fare gol. Se la facciamo solo pensando a non prenderle, dopo 10 minuti ci abbassiamo e rischiamo di non uscire mai”.

Tra le varie valutazioni peseranno anche i diffidati? O vanno in campo sempre i migliori?
“No, vanno in campo i migliori. Faccio tante valutazioni ma non sui diffidati. Non dirò ai giocatori diffidati di stare attenti e di non prendere giallo, sarebbe iniziare la partita col piede sbagliato e sarebbe il messaggio peggiore. È ovvio che non devono – nessuno di loro – prendere gialli evitabili per scemenze, ma devono giocare normale. Se giochi pensando di non prendere il giallo, prendi il rosso”.

L’intervento di Bove:

Come stai vivendo questo momento in cui hai giocato di meno? 
“La sto affrontando come ho sempre cercato di affrontare il mio lavoro e il mio percorso. Ogni tipo di calciatore ha il suo, naturalmente è fatto da momento in cui si gioca di più o di meno. La bravura sta nella costanza di continuare a lavorare, non solo per migliorare ma anche per mantenere un tipo di lavoro che hai cominciato. In allenamento vedo notevoli progressi, non ho problemi e sono tranquillo. Quando mi viene data l’occasione cerco di dare il massimo. Penso sia questa la cosa più importante che deve fare un calciatore”.

Domani giocherai e se lo farai giocherai più mezz’ala o più centrale?
“Ancora non so se gioco, deve parlarne il mister (ride, ndr). A parte questo, credo che ci sia una cosa che il mister ci sta trasmettendo: facciamo un determinato tipo di rotazioni, nel momento in cui un giocatore si trova a coprire un determinato ruolo in campo che magari non è il suo ogni giocatore deve comportarsi come se giocasse nel ruolo dove si trova. Da questo punto di vista è il nostro concetto. Non mi fa differenza giocare più centrale o più avanzato”.

Guardandoti molti vedono in te De Rossi 20 anni fa. Cosa provi ad averlo come mister? Hai mai pensato di diventare il De Rossi del futuro?
“Mi fa un effetto bellissimo. Il primo impatto è quello di un ragazzo che lo ha sempre visto giocare in tv, poi inizia un rapporto e adesso lo vedo come il mio allenatore. Sono onorato che mi possa dare un determinato tipo di consigli che nessun altro allenatore mi può dare per quello che ha passato, per il livello a cui ha giocato e per la situazione in cui si è trovato nella sua carriera. Se posso essere sincero, un pochino me lo aspettavo: c’è sempre questo tipo di accostamenti ma credo che ogni giocatore abbia la sua carriera. Se ti dico che spero di avere una carriera come quella del mister non mento, ma voglio avere la mia carriera. Va benissimo essere accostato e ne sono tanto onorato, non so come dirtelo (ride, ndr) ma vorrei avere la mia carriera, quella di Edoardo Bove”.

GUARDA IL VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA

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