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Feyenoord-Roma, DE ROSSI: “Sui gol subiti dai cross è colpa mia, devo lavorarci meglio. Voglio e chiedo di più a Dybala e Lukaku” – VIDEO

Al De Kuip il primo round dei playoff di Europa League tra Feyenoord e Roma termina 1-1: alla rete di Paixão risponde il gol di Lukaku. Dopo la sfida il tecnico giallorosso Daniele De Rossi ha parlato ai microfoni dei cronisti. Le sue dichiarazioni:

DE ROSSI A SKY SPORT

Che tipo di risposte ha ricevuto?
“I tifosi non entrano in campo, le squadre forti vincono ovunque. Gara difficile, l’avevamo letta così, loro con la palla sono soddisfatto. Ho chiesto grande aggressività ma c’era bisogno di tanta gamba stasera. Prima della partita volevo motivarli, per quello che avevo visto la prestazione c’era, e c’è stata anche oggi. Ci sono momenti in cui c’è da soffrire quando la squadra avversaria gira bene la palla e fa cose interessanti, anche le rotazioni simili alle nostre”.

5 cambi rispetto all’ultima partita con l’Inter, grande reazione di Lukaku.
“Si parla di uno dei giocatori più forti al mondo in quel ruolo, accontentarci sarebbe sbagliato ma la prestazione l’ha fatta così come a Cagliari. Uno che tira 5-6 volte in porta, se dovesse farlo per le prossime partite il gol lo fa. A 19 anni aveva 100 gol in Premier. Lui deve riuscire a fare gol anche con l’uomo addosso, come oggi. Sono contento sia dell’atteggiamento sia delle prestazioni, le sue e quelle degli altri”.

Il gol subito?
“Non è questione di errore, non mi va di sottolinearlo. L’errore di base è mio, conoscendo i tempi limitati che abbiamo. Siamo arrivati in corsa e non c’è tempo per fare tutto quello che vorremmo. Se prendi sempre gli stessi gol vuol dire che devo lavorare di più su questo fondamentale. Se vogliamo riempire l’area con tanti giocatori sappiamo che è pericoloso. Dobbiamo occupare meglio lo spazio della porta prima che parta il cross, poi i due centrocampisti e i due centrali devono dividersi gli uomini che stanno dentro. Di media sono 4-5, abbiamo gli uomini necessari per dividerci gli uomini solo se prima ci dividiamo bene lo spazio da difendere. Devo lavorarci di più e meglio. Ora arriva Ndicka, che non ho mai allenato, quindi avremo modo di lavorare e toccare questo fondamentale. Anche con l’Inter abbiamo subito gol così, vuol dire che è un segnale: devo svegliarmi e lavorarci meglio”.

La posizione di Paredes? Il gol?
“Quando costruisci a tre non è necessario che il centrale sia sempre il centrale. A volte si stringe un terzino e si alza l’altro, a volte si abbassa Paredes, contro il Cagliari abbiamo costruito a quattro e si abbassava Cristante. È importante che ci sia un uomo lì che sappia impostare e che occupi quella funzione e non importa chi sia quell’uomo. È ovvio che per comodità spesso siano i due centrali con un terzino o col mediano davanti la difesa. La differenza la fa il momento in cui lui fa il passaggio. Se avesse preso quella palla e avesse passato direttamente da 20 metri, loro avrebbero scalato e non avremmo fatto quello che abbiamo fatto. Invece lui ha condotto palla portandola ad un paio di metri dall’avversario, che ha dovuto prendere una posizione interna e il passaggio per Spinazzola lo ha portato all’uno contro uno, ed è quello che vogliamo lì. Negli ultimi metri diamo idee e nozioni, ma poi la differenza la fanno come sempre i calciatori”.

Sinner può essere un modello, il suo segreto?
“Più di uno, di tennis non capisco niente ma è un ragazzo molto educato, sembra una scemenza ma non lo è. Sta vivendo un grande successo e lo sta facendo con moderazione. Una qualità importate per un campione, una qualità che avevano tutti i campioni che ho conosciuto in carriera. Anche quando è andato sotto ha reagito, sempre sul filo del rasoio come lo sono i calciatori. Anche se non capisco niente di tennis, quando il guardo mi sembra di guardare un fenomeno”.

DE ROSSI IN CONFERENZA STAMPA

Risultato importante, buona prestazione. Che partita ha visto?
“Una buona partita e una buona prestazione, siamo entrati bene in campo. Lo stadio era davvero molto caldo e bello. Poi ovviamente abbiamo anche sofferto, loro sono bravi a far girare palla e non giocano molto diversamente da noi, quindi a volte quando due cose si somigliano è difficile prendere le contromisure. Dobbiamo essere bravi, avere tanta energia, gambe e polmoni per sopperire al loro giro palla. Ma siamo stati bravi in alcune circostanze, sapevamo che la partita sarebbe stata divisa: un po’ giocano loro e un po’ noi. Penso sia un punto giusto, un pareggio”.

Come ha gestito le sostituzioni nel finale? Cosa chiede sui cross laterali, di guardare la palla o l’uomo?
“Guardare solo il pallone no. Qualcuno lo fa, come Sarri che gioca di reparto e con lui devi solo guardare la palla, ma è talmente bravo ad insegnarlo, quasi maniacale, che riesce a sopperire al fatto che non guardando l’uomo è difficile mantenere il contatto. Io chiedo di occupare lo spazio in una carta maniera, forse non lo faccio bene dato che abbiamo preso gol alla stessa maniera di sabato, anche questa settimana abbiamo lavorato. A volte facciamo didattica, altre partitine con cross ripetuti. Chiedo di riempire l’area e quello forse ha funzionato, in fase difensiva forse no. Llorente è andato a prendere un uomo che forse poteva prendere Mancini, di modo tale da dividere meglio l’area ed evitare il gol. Non l’ho rivisto benissimo, va analizzato ma la certezza è una: devo lavorare di più e spiegarlo meglio. Se si prendono 4-5 gol alla stessa maniera vuol dire che devo lavorarci. Un mio amico carissimo, Fabio, mi dice sempre una cosa: gestisci la fase difensiva e sarai padrone del mondo. La fase difensiva negli ultimi 16 metri è troppo importante e devo lavorare meglio. Le sostituzioni? A fine primo tempo volevo pensare ad una serie di cambi, ma poi la squadra ha iniziato bene il secondo tempo e ho aspettato. All’ultimo non ho fatto il cambio perché avevo visto Svilar con i crampi, meglio tenere in campo uno a corto di fiato che un portiere stirato. Forse il cambio potevo farlo prima, qualcuno era un po’ stanco effettivamente”.

Come stanno Lukaku e Svilar?
“Non solo Lukaku e Svilar hanno fatto una partita di grande sacrificio, il campo era bello ma tanto pesante. Svilar non dovrebbe avere niente, Romelu non mi ha detto niente, Mancini all’inizio sentiva un po’ di fastidio all’anca, Karsdorp ha sentito i crampi quindi ho dovuto togliere anche lui. C’era gente un po’ a corto di ossigeno, ci sta quando gli avversari ti fanno girare così bene. Ed è per quello che io voglio cercare di far girare tanto velocemente la palla e tanto spesso, perché a volte anche solo non facendola mai toccare la palla sfianchi l’avversario. Però penso che non ci sia niente di grave, insomma nessun infortunio serio”.

Soffrire nel finale o dominare il gioco ad inizio partita: cosa le è piaciuto di più?
“Tutte e due, il calcio è questo. Negli ultimi minuti, al di là di cosa io dica dalla panchina, il calciatore deve annusare che loro stanno prendendo il sopravvento e a volte deve reagire da squadra offensiva, aggressiva e alta. Bisogna fare gli ignoranti e i provinciali in certi momenti perché il risultato viene prima di tutto. Anche a me piacerebbe finire la partita palleggiando in faccia all’avversario, ma ci sono gli avversari. Dobbiamo preparare la partita anche conoscendo la capacità dell’avversario, e da questa conoscenza ci rendiamo conto che a volte potremmo incontrare dei momenti in cui vediamo poco la palla. Riuscire a capovolgerlo a volte è più difficile di stare lì ad aspettare ed essere compatti, fare una parte di partita da squadra difensiva con coraggio, con i nervi e con forza, questo mi piace. Ero un giocatore un po’ così: sapevo giocare con la palla, ma ero anche energetico quando c’era da difendere bassi. Un calciatore forte deve sapere fare entrambe le cose, una squadra forte deve sapere fare entrambe le cose”.

L’idea di Zalewski, al di là del turnover, nasce dalla volontà di difendere quasi col il 4-4-2 per presidiare meglio le fasce?
“Avrei potuto farlo anche con El Shaarawy, anche in altre circostanze abbiamo difeso con il 4-4-2. L’altro giorno leggevo un articolo sui social, non ricordo dove, secondo cui ci sono tante squadre offensive in giro per il mondo che difendono con il 4-4-2, come succedeva 20 anni, e poi magari quando costruiscono si aprono e girano. Ho messo Nicola perché ho grandissima fiducia in lui, penso che abbia fatto buoni spezzoni di gara sia con l’Inter sia con il Cagliari. Nelle prime due partite era entrato in momenti più difficili e caotici della gara. Quando c’è stato il momento di dargli spazio in una fase più pulita della partita ha dimostrato di essere un ottimo giocatore”.

A che punto vede Dybala?
“Lo vedo in crescita fisicamente e come partecipazione all’interno della partita. Nel secondo tempo noi prendiamo il pallino del gioco perché lui viene a palleggiare un po’ più basso e centrale, è una cosa che gli avevo chiesto anche nel primo tempo. E ha portato un uomo in più, trovando quella superiorità che non riuscivamo più a trovare quando palleggiavano loro. L’atteggiamento è fantastico, la condizione fisica è buona. Ovviamente stiamo parlando di un campione, quindi voglio di più e chiedo di più a lui e Lukaku, e a tutti. Davanti a tutti dico sempre che sono bravi, ma poi faccia a faccia dico che voglio di più: più sono forti e più voglio di più da loro, come è normale che sia”.

Non mi è sembrata una prestazione così buona, è davvero convinto che, considerando la differenza dei valori tecnici, non si potesse prendere di più in mano la partita e arrivare più spesso in zona gol? Avete preso 2-3 volte una palla filtrante tra centrocampo e difesa, come con l’Inter: è un problema di posizione, di lettura o dovete lavorarci più spesso?
“Dobbiamo lavorare su questa cosa qui, ma con l’Inter è un po’ diverso: era un fallo a centrocampo, hanno battuto velocemente la punizione e secondo me non è simile a quello di oggi. Oggi non riuscivamo a tenere il portatore di palla sotto pressione con gli attaccanti, loro girando riuscivano sempre a trovare il centrocampista che si alzava e andava tra la linea di difesa e il nostro centrocampo. A volte se vuoi essere molto aggressivo devi uscire con il centrale, a volte loro andavano dalla parte opposta dove il nostro centrale aveva già l’attaccante e non riusciva a coprire, o comunque era troppo rischioso. Dobbiamo lavorare su questo, perché sono stati bravi e questo ci ha messo in difficoltà. Non ho detto che sia stata una partita positivissima, non faccio i fuochi d’artificio ma era difficile. Questa differenza che lei dice mi fa piacere che la nota, ma penso che ci siano anche valori generali: queste due squadre si sono incontrate spesso negli ultimi anni e c’è sempre stata una partita molto equilibrata, quindi significa che le squadre più o meno si equivalgono. Negli ultimi anni abbiamo sempre vinto noi e speriamo che sarà così anche al ritorno. Ma non ho parlato di partita molto positiva, chiudendo il discorso già all’andata saremmo stati tutti contenti ma è il livello è molto alto. Il Feyenoord è stato costruito per giocare la Champions, è sceso giù nel nostro torneo, ho grande rispetto per loro e per l’allenatore che li fa giocare bene. La mia positività viene anche dal fatto che sia una squadra buona e che dovremo fare ancora di più al ritorno e lo faremo. Il pareggio qui non mi lascia andare via triste”.

DE ROSSI AI CANALI UFFICIALI DELLA ROMA

“Prestazione positiva in uno stadio difficile da giocarci dentro, un ambiente molto caldo contro una squadra che sa giocare a calcio. Ci aspettavamo di soffrire un pochino e così è stato, ma siamo stati bravi anche noi a metterli in difficoltà”.

Il gol di Lukaku era atteso anche se lei nei giorni scorsi aveva detto di essere tranquillo, che lui stava giocando comunque bene e dando dimostrazione di esserci.
“Mi preoccuperei se non tirasse mai in porta, se non fosse vivo all’interno dell’azione. Con l’Inter ha avuto le sue occasioni, contro il Cagliari ne ha avute ancora di più, stasera ha avuto le sue. Alla fine lui è uno che sistematicamente se sta all’interno del gioco e va a tirare in porta alla fine i gol li farà”.

Adesso al ritorno che cosa bisogna aspettarsi?
“Bisogna aspettarsi due squadre che si affronteranno, magari con l’umore diverso. Sapevamo di venire a fare una partita in un catino infernale, come si dice in questi casi. La prima cosa che mi aspetto se penso alla partita di ritorno, oltre a doverla prepararla tatticamente, è lo stadio pronto ad esplodere”.

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