Friedkin si spaventa, per ora non firma con la Roma

(L. MONDELLINI) – Il caos in cui sta sprofondando il calcio italiano a causa delle misure di contenimento del Coronavirus, che hanno messo in subbuglio il calendario del campionato, colpisce anche una delle trattative del momento. Secondo quanto è in grado di rivelare MF-Milano Finanza, l’attesa firma per il passaggio di proprietà del controllo dell’AS Roma Calcio è slittata almeno a domani, rispetto alla tempistica prevista tra lunedì e martedì dei primi giorni di marzo, ma non si escludono tempi supplementari o addirittura uno stop.

I motivi sono presto detti. Anche se la due diligence è tecnicamente conclusa, gli allarmi sull’epidemia del Covid-19 in Italia, che hanno fatto alzare a livello 4 l’allerta dell’amministrazione americana e sconsigliato i viaggi nella penisola, hanno per il momento bloccato il signing finale tra il proprietario uscente, James Pallotta e quello entrante, Dan Friedkin. Al tema dell’allarme virus, che evidentemente non è considerato insormontabile, si aggiunge però quello delle difficoltà in borsa del titolo Roma (ieri -0,5% in borsa), che ha vissuto giornate non facili dopo la semestrale in profondo rosso e la confusione generale che si è scatenata sulla regolarità del campionato, dopo il rinvio della partita di cartello Juventus-Inter.Quest’ultimo episodio, che ha fatto registrare anche un durissimo scontro tra il proprietario della squadra nerazzurra Steven e l’amministratore delegato della Lega Calcio, Paolo Dal Pino, con tanto di intervento da paciere del presidente del Coni, Giovanni Malagò, hanno consigliato alla società di Friedkin di mettere in stand by la firma finale del passaggio di controllo della squadra giallorossa.

Troppo forte la gazzarra sul calendario e il nervosismo in borsa per affrettare i tempi. Troppo imponente la tempesta mediatica che si scatenando sull’Italia. Così Friedkin ha preferito soprassedere per il momento, come qualsiasi dealer fa in momenti turbolenti, magari anche pensando ad un ulteriore sconto sul prezzo dell’intera operazione che si aggira sui 700 milioni di dollari, debiti compresi. Domani una nuova puntata di quella per ora appare una vera telenovela dall’happy end incerta.

Fonte: Milano-Finanza

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