ROMA-GUBBIO: 3-0, I più e i meno del match

Terzo impegno amichevole per la Roma di Fonseca che supera al “Fulvio Bernardini” il Gubbio per 3-0. Dopo Tor Sapienza e Trastevere, altro buon allenamento in vista dell’inizio della prossima stagione. Ecco qualche spunto a margine del match, sempre tenendo presente il livello dell’avversario impegnato nel campionato di Lega Pro.

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Florenzi. Tornato a ricoprire il ruolo di terzino per l’occasione, è sempre tra i più propositivi, costruendo un’ottima catena destra con Cengiz Under. Agevolato dalle caratteristiche fisiche per entrare in forma prima degli altri, ha già un passo da inizio stagione.

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Pastore. Messo lì in mezzo al campo da regista svolge bene il compito, sempre a due tocchi e a volte in verticale. Bello anche il goal al termine di uno scambio rapido con Under con tanto di inserimento centrale in area di rigore avversaria. Chiaramente contro questi avversari, la fase di non possesso ha una validità limitata, però può essere un giocatore “reciclabile” per la squadra che verrà.

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Diawara. Vuoi la recente Coppa d’Africa disputata con la Guinea, vuoi la gran voglia che lo ha portato a tagliarsi anche le vacanze, è senza dubbio tra le note liete. Nulla di trascendentale, ma ha la dote di giocare semplice, e non è poco. Come sottolineato da De Sanctis ha quelle caratteristiche di recupero palla che mancavano nella mediana giallorossa.

Zaniolo. Vivace e volitivo soprattutto nei primi minuti, le perplessità riguardano più che altro l’aspetto tattico. C’è l’impressione che il ruolo di trequartista, così come voluto da Fonseca, non sia proprio tagliato su misura per le sue caratteristiche. La speranza è che ci si posso lavorare man mano.

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Schick. L’unico squillo è rappresentato dalla traversa colpita nel finale di gara. Per il resto solito atteggiamento rivedibile e difficoltà ad entrare nel vivo della manovra. Non sono mancati i famosi palloni “passanti” nel centro dell’area di rigore, ma si è fatto trovare sempre in ritardo all’appuntamento. Per il suo bene e anche per quello della Roma, sarebbe molto più utile trovare una soluzione sul mercato.

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Il gran caldo. Il problema di svolgere il ritiro a certe latitudini è proprio questo. Gli ultimi 20’ sono stati praticamente una passeggiata, con la squadra troppo condizionata dalle temperature torride e l’impossibilità di continuare a testare le soluzioni tattiche con la giusta intensità. La cara vecchia montagna ha anche i suoi benefici.

 

Angelo Papi

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