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Stadio Flaminio: iniziata questa mattina la bonifica dell’impianto. Stanziati 101mila euro

È iniziato questa mattina, nonostante l’allerta meteo, l’intervento di bonifica dello stadio Flaminio di Roma, da anni abbandonato all’incuria e al degrado. Sul posto il personale dell’Ama che, attraverso l’ausilio di alcuni mezzi come camion, muletti e miniruspe, ha iniziato a ripulire l’area dello storico impianto progettato dall’architetto Pierluigi Nervi per l’Olimpiade del 1960. Ad assistere ai primi lavori era presente l’assessore capitolino allo Sport, Daniele Frongia: “Finalmente parte la bonifica contro il degrado di questo importantissimo impianto, che riguardera’ sia il perimetro esterno che le zone interne e gli uffici”, ha spiegato.

Con l’intervento verranno rimossi rifiuti, detriti ed erbacce che infestano la struttura: un lavoro imponente, considerato la stato di degrado e incuria generali, che ancora non ha una data ufficiale di fine lavori, ma solo una previsione. “Iniziamo a vedere cosa troviamo, tra qualche settimana forniremo un cronoprogramma”, ha infatti sottolineato Frongia. Definito invece l’importo necessario alla bonifica del Flaminio, quantificato in 101 mila euro iva inclusa e affidato all’Ama: una cifra che fa parte dei circa 230 mila stanziati allo scopo e che sono stati impiegati anche per l’intervento analogo a Campo Testaccio. La bonifica e’ propedeutica a una prima opera di recupero dell’impianto, iniziato dall’amministrazione Raggi che finora si e’ assicurata un finanziamento di circa 180mila dollari per lo sviluppo di un piano di conservazione, grazie al bando ‘Keeping it Modern’ della Getty Foundation di Los Angeles: allo studio partecipano il dipartimento di Ingegneria strutturale dell’Universita’ La Sapienza, la Pier Luigi Nervi Project Association e ovviamente il Comune di Roma. “La bonifica e’ solo il secondo step verso il recupero del Flaminio– ha ricordato Frongia- Il terzo sara’ individuare una soluzione temporanea per permettere la fruizione dell’impianto ed evitare che torni in stato di abbandono. Il quarto step, infine, sara’ procedere con la soluzione definitiva, cui stiamo lavorando con il Coni e la Federugby per mantenere un utilizzo sportivo. Oggi, intanto, facciamo il primo passo verso una nuova vita”.

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