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Roma bipolare: demolito il CSKA

aRoma-Cska Mosca

(U. Trani) – In Champions, come d’incanto, ecco l’altra Roma. Che all’Olimpico, continuando il percorso della stagione, non perdona: 3-0 contro il Cska e 1° posto, con il Real Madrid (avanti solo per lo scontro diretto vinto al Bernabeu), nel gruppo G. La firma è come sempre quella di Dzeko: doppietta, dopo il tris al Viktoria Plzen, e 10° gol nelle ultime 8 gare di questa competizione. E per gradire pure l’assist di testa per la rete di Under.

ARIA DI COPPA – L’Olimpico, almeno in Europa, resta insomma il trampolino che lancia la Roma di Di Francesco. Che rimane imbattuto in casa, dove conquista il 7° successo di fila (su 8), dopo il pareggio contro l’Atletico Madrid nel debutto in questa coppa. Il 4-2-3-1, insomma, si riabilita in Champions. Bastano 3 mosse per aggiustare il sistema di gioco crollato sabato pomeriggio contro la Spal: Manolas per Marcano, Santon per Luca Pellegrini e De Rossi per Cristante. Confermato, dunque, il tridente, anche perché nella rifinitura si arrende pure Kluivert che, pronto a prendere il posto di El Shaarawy, si aggiunge agli altri indisponibili Karsdorp, Perotti e Pastore. Il tecnico, come previsto, risparmia Kolarov che resta inizialmente in panchina. Ma Santon a sinistra è utile quanto a destra. De Rossi, alternandosi in regia con Nzonzi, si preoccupa più di tenere la posizione. Al dinamismo pensa Lorenzo Pellegrini che vive il suo momento migliore da quando è di nuovo a Trigoria. La dodicesima formazione diversa in 12 gare è efficace per l’equilibrio e la sostanza. Ma i nuovi in partenza sono solo 3, Olsen, Santon e Nzonzi: vince la vecchia Roma.

SCATTO IMPROVVISO – Il Cska tiene solo mezz’ora. Durante la quale, rispettando il proprio copione, aspetta e riparte. Hancharencka, in fase difensiva, sceglie il 5-4-1, con Vlasic che spesso si alza da destra alle spalle del centravanti Chalov per non lasciarlo solo contro Manolas e Fazio. Quando attacca ecco il 3-4-2-1. La coppia offensiva è di qualità. Al resto pensano i compagni: corsa, sacrificio e collaborazione. La Roma, sempre lenta nel palleggio, fatica a sfondare o quantomeno ad aggirare il muro russo che ha sempre il tempo di ricomporsi davanti a Pomazun. Olsen, all’alba del match, respinge su Chalov e Vlasic. I giallorossi restano in partita, anche se mancano di precisione nei passaggi. Non è un caso che l’unica azione, veloce e in verticale, sia decisiva per la svolta: Pellegrini, cercando al limite El Shaarawy, inventa e rifinisce. L’assist per Dzeko, esterno destro in corsa, è da applausi, il gol del centravanti per il vantaggio è a porta vuota. La trama, chiusa allo sprint, è da record (eguagliato): 20 passaggi, gli stessi che portarono al gol l’ex Digne in Barcellona-Celtic dell’ottobre 2017.
ANCORA LUI – Dzeko c’è e festeggia da finalizzatore superbo la partita numero 150 con la maglia della Roma: il raddoppio prima dell’intervallo, con giocata in profondità simile all’altra, solo sposta più sul centro destra e non a sinistra. Under imbuca ed El Shaarawy sistema la palla sul destro di Dzeko che chiude in diagonale: 7° gol stagionale (5° in coppa, dopo i 2 al Viktoria Plzen), 22° in Champions e 80° in giallorosso. E meno male che il centravanti non avrebbe più voglia di vestire questa maglia. Dzeko parte nella ripresa con la stessa rabbia dei primi 45 minuti. Sul lancio di Florenzi, va a saltare in area spalle alla porta e appoggia di testa, 3° assist stagionale (2 in campionato e 1 in Champions) per il tris di Under sotto la Sud. Subito dopo annullato, fuorigioco evidente, il gol di Nababkin. In campo ecco Dzagoev, dentro con Khosonov. Di Francesco, invece, fa il turnover in corsa: Cristante per Pellegrini, Kolarov per Under e Schick per De Rossi. Santon passa a destra, Florenzi si alza sulla stessa fascia: il pensiero del tecnico va già a domenica sera. La mossa per affrontare il Napoli di Ancelotti al San Paolo.

Fonte: Il Messaggero

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