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Il Messaggero La scellerata capacità di farsi male da soli

De Rossi

(M. Ferretti) – Intervallo, partiamo da qui. Roma sotto di un gol. Una prodezza di Messi? No. Una giocata da artista di Iniesta? Nemmeno. Una percussione a testa bassa di Suarez? No, niente. Un autogol di De Rossi, il capitano della Roma. Se uno ci si metteva con tutto l’impegno, mai e poi mai – probabilmente – avrebbe scritto una sceneggiatura simile. Roma sotto di un gol all’intervallo non tanto per la bravura del Barcellona quanto per l’errore (involontario, certo) del suo uomo più esperto. Una deviazione di destro precisa precisa e imparabile alla sinistra di Alisson. Incredibile, ma vero. Uno, con tutta l’onestà del mondo, aveva messo in preventivo che il Barcellona potesse chiudere la prima frazione in vantaggio, ma così no. Anche perché la squadra di Eusebio Di Francesco aveva svolto bene il compitino, rischiando e proponendosi il giusto. Sfoderando una prestazione incoraggiante sotto l’aspetto tattico, con alcune sbavature tecniche, ma lontana assai dalle pessimistiche previsioni della vigilia, quelle che davano i padroni di casa impegnati più che altro a contare i loro gol. No, nulla di tutto questo. Ecco perché l’autorete di De Rossi, mentre le squadre sono negli spogliatoi, dà la sensazione, amara assai, di un verdetto esagerato, ripensando soprattutto ai falli da rigore su Dzeko e Pellegrini. Inutile, però, continuare a pensare a quello che (non) era stato nel momento in cui le due squadre tornano in campo. Altri centotrentacinque minuti di sfida, tra Camp Nou e Olimpico, prima del verdetto finale. Obbligatorio continuare a giocare come fatto prima dell’intervallo. Provare a farlo, se non altro.

ERRORI E ORRORI – Solo che, dopo una manciata di minuti della ripresa, la Roma becca la seconda rete. Gol di Messi? Macché. Suarez? No. Iniesta? Niente. Un altro autogol, stavolta di Manolas. Incredibile, ma ancora vero. Un incubo, si potrebbe commentare senza esagerare. E partita indirizzata verso la sponda catalana prima della terza rete di Piqué, stavolta con la decisa complicità della difesa giallorossa. Tre gol al passivo, molte responsabilità ma pure tanta casualità. La rete di Dzeko a cancellare un po’ di amarezza e a fomentare i rimpianti (anche per le scriteriate, folli scelte arbitrali), spazzati via dall’acuto di Suarez favorito dall’ennesimo regalo romanista con l’accento francese. Alla fine, come sempre, conta solo la realtà dei fatti, e il tabellino indica il netto successo del Barcellona, pronto a ripartire la settimana prossima con un vantaggio pesantissimo e la qualificazione in tasca. La Roma, con un altro arbitro, dovrà evitare di farsi ancora male da sola. 

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