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C’è ancora molto lavoro da fare

(G. Mura)Prendere il risultato, incartarlo con un fiocco dorato e riporlo nel cassetto per un mese. Tanto manca agli spareggi per andare in Russia e l’Italia, grazie all’1-0 di Scutari, ci arriva da testa di serie. La sorte può riservarle Irlanda del Nord, Eire, Svezia (meglio schivarla) o Grecia. Raggiunto l’obiettivo minimo, e non era poi così scontato, viste le esibizione azzurre più recenti. Con la Macedonia, specialmente, un’Italia senza. Senza gioco e senza fantasia, senza nerbo e senza capacità di gestire il vantaggio, senza legami tra i reparti e senza lucidità. Né catastrofe né apocalisse, dunque. La speranza è che il raggiungimento dell’o- biettivo minimo provochi qualcos’altro di positivo, e non si chiede la luna.

Guariranno molti assenti di ieri, ed è già qualcosa. Verrà salutato senza troppi rimpianti il 4-2-4, indigesto per questa squadra e forse anche per molte altre. Richiede uomini e caratteristiche di cui non disponiamo. Ieri Ventura ha tenuto più bassi gli esterni, per un 4-4-2 che, nel secondo tempo, ha raggiunto la sufficienza. Seconda punta di fianco a Immobile (che s’è mangiato due occasioni da gol piuttosto grosse) Eder, che ha il dono di scegliere velocemente, non quello della precisione. L’Albania ha iniziato con un pressing molto alto sulla nostra difesa, che l’ha sofferto come del resto tutta la squadra. Dediti al solo contenimento Gagliardini e Parolo, s’è visto in pratica un replay della partita con la Macedonia. Il piccolo passo avanti si registra nella gestione della partita e nella condizione atletica. Era crollata con la Macedonia, è leggermente migliorata (leggermente, sottolineo) con l’Albania. Che pure poteva andare in vantaggio, tiro di Grezda da fuori, deviazione di un difensore, buoni i riflessi di Buffon. Che pure poteva pareggiare: salvatag- gio in scivolata di Chiellini, ancora una volta tra i migliori, che rischia l’autogol. Ma il benedetto 1-0 di Candreva, solo a pochi metri dalla porta su uno dei pochissimi errori della difesa albanese, tiene: meglio protetto. L’ultimo quarto d’ora dell’Italia è lo spezzone migliore, in cui gioca più da squadra, favorita anche da avversari sbilanciati ma mettendo in mostra carattere e concentrazione. Resta la sensazione che l’Italia giochi come schiacciata da un peso. Se sono le scorie di Madrid, ma non credo, occorrerà spazzarle via. Se si tratta d’altro, c’è quasi un mese per capire di che si tratta, e fermiamoci qui. Grazie, ma c’è molto lavoro ancora da fare.

fonte: La Repubblica

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