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Romarcord, Roma-Atalanta 2-2. “Bomber Pruzzo” ed il gol che cambiò la storia della Roma (VIDEO)

Il 6 maggio 1979 Roma e Atalanta si incontrarono all’Olimpico in una partita dai contorni sportivamente drammatici, coi bergamaschi penultimi in classifica e i giallorossi giusto qualche punto più su. La stagione era partita con buone aspettative per la squadra di Gaetano Anzalone: l’arrivo nell’estate del mundial argentino di Roberto Pruzzo, la presenza nella rosa di elementi come Paolo ContiDe SistiSpinosi e DiBartolomei aveva alimentato le speranze di una tifoseria costretta da sempre a risultati insoddisfacenti. Sembrava l’anno giusto per invertire il trend: il presidente Anzalone aveva commissionato il restyling dello stemma, consegnando sulle maglie il lupetto stilizzato che accompagnò le imprese di quella che nel decennio successivo per i suoi tifosi divenne finalmente la Magica. Maglie che, nel girone di ritorno di quella stagione, cambiarono drasticamente con un innovativo design marcato Pouchain. Idee e buone intenzioni non mancavano ma la prova del campo ridimensionò subito l’ottimismo: dopo sei giornate Gustavo Giagnoni venne esonerato per lasciare il posto a Ferruccio Valcareggi. I risultati, però, continuarono ad essere deficitari e si arrivò alla penultima giornata di campionato a un Roma-Atalanta decisivo per non affondare nell’abisso della serie B.

Al quinto minuto la Roma passò in vantaggio grazie a un autogol di Vavassori. L’Atalanta reagì bene, arrivando al pareggio con Bertuzzo dopo un quarto d’ora e raddoppiando con Cesare Prandelli al trentunesimo. La Roma andò al riposo con un piede in serie B. L’Olimpico, però, non si scompose, tenendo nel silenzio l’angoscia della retrocessione, continuando a sostenere la squadra con cuore e voce fino a quando, al sedicesimo del secondo tempo, il re di Crocefieschi bruciò sul tempo il suo marcatore segnando sotto la Sud. Tra la gente assiepata sotto le volte del Colosseo in cerca di riparo dalla pioggia battente, un brusio crescente serpeggiò nei dintorni dei pochi che avevano le radioline: “Ha segnato la Roma?” fu la domanda alla cui risposta quel brusio diventò ovazione.

Con la prospettiva della storia, quel Roma-Atalanta fu il crocevia che portò la Roma alla sua dimensione attuale. Una sconfitta avrebbe potuto significare la serie B e probabilmente Dino Viola non avrebbe avuto lo stesso interesse a diventarne presidente e a proiettarla stabilmente nell’elite del calcio italiano. Gli anni ottanta erano ormai alle porte, con le loro questioni di centimetri, le lotte al palazzo e una consapevolezza di forza che la Roma non aveva mai avuto.

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