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Dzeko punta Totti: caccia al gol 26 contro i cugini

(F.Ferrazza) – Dalla rabbia di Pescara al derby, il passo non è poi così lungo. Edin Dzeko vede all’orizzonte l’obiettivo delle quaranta reti stagionali da raggiungere, immerso nella ricerca di un record personale che farebbe rima molto probabilmente con Scarpa d’Oro. Dorati sono gli scarpini che indosserà Totti – già utilizzati in questi giorni anche in allenamento – mentre le 35 reti stagionali, fin qui realizzate dal centravantone bosniaco, sono un allettante trampolino per pensare di saltare nell’Olimpo degli attaccanti europei più prolifici. Il numero nove è a solo una centratura dalle 26 reti raggiunte in campionato proprio da Totti nella stagione che gli valse il titolo quale miglior cannoniere europeo (2006/2007). In panchina c’era sempre Spalletti, lo stesso con il quale oggi Edin, apparso un po’ esasperato a Pescara, è nel pieno di un confronto verbale. Prioritario per il mister – che si è fatto scivolare addosso la scenata del ragazzo al momento della sostituzione – riuscire a battere la Lazio domenica, per l’orgoglio cittadino e perché il prossimo turno di campionato, con il Napoli impegnato a San Siro contro l’Inter, potrebbe essere nodale. Tutto il resto, record personali compresi, è secondario. La rabbia il tecnico vuole vederla in campo, trasformata in determinazionee gol con la Lazio, contro la quale sarà necessario evitare gli errori fatti in coppa Italia. Ieri Spalletti ha incollato i suoi in una sessione di video, attraverso i quali preparare il derby, rivedendo le cose che non sono andate nelle tre stracittadine stagionali fin qui giocate. Un’attenzione maniacale ai dettagli, chiedendo ai suoi di non cadere in provocazioni o isterismi.

Continua la fase di ambientamento, nel frattempo, del nuovo direttore sportivo, Monchi. Al dirigente fresco di insediamento a Trigoria, ha fatto l’in bocca al lupo pubblicamente Luis Enrique, consigliandogli di «andare a vivere all’Olgiata, anche se i romanisti lo ammazzerebbero, è lì che ho vissuto io quando ero a Roma».

fonte: La Repubblica

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