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Raccattapalle e «buu» razzisti, polemiche da derby

Rudiger

(E.Menghi) – Promesse del calcio al servizio dei campioni. I raccattapalle sono ragazzi del settore giovanile del club che ospita la partita, la Lazio nel caso del derby di Coppa Italia, dove a far discutere non è stato tanto l’arbitraggio all’inglese quanto la lenta rimessa in gioco dei palloni. Un atteggiamento che ha innervosito i giocatori giallorossi e la società. Non c’è stata nessuna protesta ufficiale, ma Strootman a fine gara ha dato voce ai malumori interni: «Ci ha dato fastidio, ma bisognerebbe prendersela con chi dà certe indicazioni, non con i bambini». Ogni club ha un responsabile dei raccattapalle, colui che fa le convocazioni di volta in volta magari scegli i ragazzi più grandi per le sfide più importanti, con quel pizzico di furbizia che può sempre tornar utile. Il regolamento punisce il comportamento antisportivo dei raccattapallee sottolinea che gli stessi «dovranno essere debitamente istruiti per il corretto svolgimento del loro compito da un responsabile designato dalla società ospitante. In particolare dovrà essere loro raccomandato di evitare che due o più palloni vengano lanciati contemporaneamente ad un calciatore o sul terreno di gioco». Anche questo è successo nella semifinale d’andata.

Tra ritardi e piccoli errori si è perso tempo, in casi clamorosi l’arbitro può allontanare il ragazzo che si macchia di queste colpe, ma è cosa rara: è successo, per esempio, in Francia (nella Ligue 2, la nostra Serie B). In genere, è preferibile recuperare secondi dopo il 90′: ben 6 i minuti concessi nel derby, nonostante le pochissime interruzioni di Irrati. Poi c’è chi perde la pazienza e si fa «giustizia» da solo, come Hazard del Chelsea, che è arrivato a prendere a calci un raccattapalle (il figlio di un milionario membro del Cda dello Swansea), è stato espulso, poi si è scusato. E se un anno fa di questi tempi proprio Irrati aveva sospeso per oltre 3′ Lazio-Napoli per i «buu» razzisti all’indirizzo di Koulibaly, lo stesso non è accaduto con il difensore azzurro di nuovo “beccato” ma stavolta allo Stadium e con Rudiger all’Olimpico. Nessuna multa per gli ululati – nonostante gli ispettori federali presentili avessero segnalati come dimostra l’annuncio dello speaker – ma 10 mila euro di sanzione alla Juveper i soliti cori anti-Napoli. Due pesi e due (clamorose) misure.

fonte: Il Tempo

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