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GGR – Ray Sant, la bandiera della Roma sventola al centro del Mediterraneo: “Qui a Malta tanti tifosi giallorossi. Scudetto e Coppa Italia? Rimonte difficili ma nel calcio tutto è possibile”

(D.Luciani) – “La cosa più bella di essere presidente del Roma Club Malta 1973 è stato riuscire a diventare amico di quelli che da ragazzo erano i miei idoli, i giocatori della Roma degli anni ’80”. Gli occhi di Ray Sant, oggi 48 anni e da dodici tifoso romanista n.1 in terra maltese, si illuminano appena parla della Roma, soprattutto della squadra plasmata da Nils Liedholm. “Sebino Nela è il presidente onorario del nostro Roma Club” dice con orgoglio e passione. Una passione tutta giallorossa, che segue a distanza dalla sua Valletta, capitale dell’isola situata nel cuore del Mediterraneo.

“Sono diventato tifoso della Roma grazie a quella magnifica squadra. Erano forti e giocavano un calcio bellissimo. La “zona mista” di Liedholm mi ha affascinato sin da ragazzo. Qui a Malta tutti tifavano per la Juventus, l’Inter o il Milan. Non eravamo molti della Roma ma siamo stati il primo Roma Club nato fuori dall’Italia. Le partite di quella sfortunata Coppa dei Campioni 1983-1984 si giocavano di pomeriggio e ricordo che appena uscito da scuola correvo a casa per vederle. Le davano sulla Rai e noi, qui da Malta, riuscivamo a vederle e a sostenere la Roma anche da qui”.

Chi ha fondato il Roma Club Malta?
“E’ stato Noel Enriquez nel ’73. Quando ero giovane eravamo pochi, oggi abbiamo 250 iscritti, siamo la quarta squadra più seguita dopo la Juventus e le milanesi”.

Organizzate eventi per i vostri iscritti?
“Abbiamo una nostra squadra di calcetto e cerchiamo di tenere in alto i nostri colori in un torneo che facciamo con gli altri Club di tifosi di Malta, sia di squadre italiane sia straniere. Facciamo parte dell’Unione Tifosi Romanisti e abbiamo una collaborazione col settore giovanile della Roma. Quest’anno a Pasqua ospiteremo l’Honey Soccer School, una scuola calcio affiliata con i giallorossi”.

Ogni anno però venite a Roma.
“Sì, cerchiamo di organizzare almeno due ‘trasferte’ all’Olimpico ogni stagione e in una premiamo quello che, secondo noi, è stato il miglior calciatore della stagione precedente. Nel 2016 il riconoscimento è andato a Radja Nainggolan. Quest’anno, a maggio, toccherà ad Alessandro Florenzi. E’ stato sfortunatissimo, spero la prossima stagione rientrerà con tutta la sua carica”.

Avete qualche iscritto speciale?
“Più che iscritto, c’è un calciatore che quando può viene a tifare Roma qui con noi. E’ il capitano del Valletta, Roderick Briffa. Ha più di 90 presenze nella nostra Nazionale ed è un vero tifoso della Roma. Purtroppo quest’anno, come Florenzi, ha avuto un brutto infortunio al ginocchio. Lo scorso anno è stato eletto Calciatore maltese dell’anno per la seconda volta. Un altro grande tifoso è André Schembri, numero 10 della nostra nazionale ma non giocando qui (Boavista, Portogallo) non può essere dei nostri”.

C’è qualche partita che ricordi con più emozione?
“Beh è difficile, le partite dello Scudetto di Liedholm sono state tutte bellissime. Quelle con Capello esaltanti. Però se c’è una vittoria europea che ricordo mi fece festeggiare tutta una notte: quella sul Brondby nel ritorno della semifinale di Coppa Uefa ’90-’91. Il gol di Voeller all’ultimo minuto è un ricordo indelebile. Purtroppo poi la finale con l’Inter non andò bene ma anni dopo incontrai Nicola Berti qui a Malta e gli dissi che il rigore non c’era. Lui scoppiò a ridere e fu quasi un’ammissione di colpa”.

Lasciamo per un attimo le emozioni del passato e veniamo alla Roma di oggi. Stanno per arrivare le partite determinanti per l’esito della stagione. Come vedi la squadra di Spalletti?
“E’ stato un peccato non riuscire a superare il turno con il Lione, purtroppo è mancata un po’ di fortuna. La Roma però può ancora fare bene. E’ vero che la Juventus è forte ed ha un buon vantaggio ma adesso ha due gare con il Napoli e poi ha anche il Barcellona in Champions. Non dimentichiamo che lo scontro diretto di ritorno sarà all’Olimpico. La rimonta è difficile ma nel calcio non sarebbe una novità. Purtroppo la Roma storicamente non ha molta fortuna con questi ribaltoni ma bisogna essere positivi perché bisogna provarci. Anche nel mio club pochi la pensano come me ma io gli dico: se non fossi ottimista, non sarei della Roma (ride). La Coppa Italia? La Roma è più forte della Lazio, può sicuramente vincere almeno 2-0. Poi ai supplementari chissà”.

Ray non sarà all’Olimpico martedì prossimo ma ha uno score particolare nei derby a cui ha assistito nella Capitale.
“Ho visto sempre vincere la Roma. Mi ricordo bene quello vinto 1-0 col gol di Cassetti. Eravamo venuti a Roma per premiare Julio Sergio che anche in quella partita fece una parata incredibile su Mauri”.

Quando sei venuto a Roma hai incontrato spesso Francesco Totti. Che ricordo hai di lui?
“E’ un ragazzo straordinario oltre ad essere il giocatore più forte della nostra storia. Fin dalla prima volta che mi ha ricevuto a Trigoria, mi ha fatto sentire a mio agio, come se ci conoscessimo da anni. E’ unico, in campo ancora può fare la differenza in pochi minuti. Purtroppo fisicamente non può reggere l’intensità dei 90 minuti ma credo meriti più degli ultimi cinque che ultimamente Spalletti gli sta concedendo. Sia chiaro, nessuna polemica verso il mister, anche se mi piacerebbe vederlo più tranquillo, non esasperato come certi ultimi atteggiamenti”.

In questi anni hai conosciuto tanti calciatori a Trigoria. Hai qualche aneddoto particolare.
“Sì, ho conosciuto tanti e tutti molto disponibili. Candela, Delvecchio uno molto divertente. Era il 2003, l’anno in cui arrivammo secondi dietro al Milan. L’allenatore era Capello e a Trigoria incrociai Carew. Gli feci i complimenti e gli dissi che mi avrebbe fatto piacere vederlo di più in campo. Lui si girò e disse indicando il mister: “Diglielo tu di farmi giocare di più!” “.

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