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Lucio, le bischerate e i nemici sciacalli

(A. Angeloni) – Nainggolan è un bischero, chi ha fatto girare il video uno sciacallo e chi lo ha messo in evidenza non vuole il bene della Roma. Siamo alla solita dicotomia: da una parte i buoni, dall’altra i cattivi; c’è chi vuole bene alla Roma e chi la vorrebbe affossare. Le sfumature di grigio non esistono, troppo democratiche, banali. Esiste solo la pubblica inquisizione, l’esigenza di trovare un colpevole da dare in pasto alla gente. Nainggolanè effettivamente caduto in una bischerata, lasciando traccia del suo carattere che viaggia sulle ali della libertà, sempre sopra le righe. Chi è stato «sciacallo» è semplicemente il figlio di questa (sub) cultura moderna, dove tutto è social e (tutto) fuori controllo. Quello che Spalletti ha detto a Nainggolan rimane tra le mura di Trigoria e magari, a quattr’occhi, non l’ha nemmeno definita una bischerata. Perché la Roma, di quella ingenuità, ne avrebbe volentieri fatto a meno, e forse anche lo stesso Spalletti. Poi, detto questo, Nainggolan era e resta un bravo ragazzo e il video rientra nella «normalità». «Radja è leale e corretto, che ha detto bischerate a delle persone fuori dal bar. Ci sono sportivi che fanno finta di essere della Roma e si fermano a parlare con te. Parliamo di due sciacalli che magari hanno manipolato il video. Non si vede l’inizio del filmato. E’ sciacallo è anche chi usa quelle immagini. Si cavalca il tutto solo per far male, sono quelli che vogliono la nostra sconfitta». E ancora: «Radja fa una vita regolare. Quella del filmato era la sera che ho dato libera e uno ne fa ciò che vuole. Radja vive correttamente, confrontatelo con i calciatori in Russia… Nainggolan, il suo equilibrio, lo trova andando forte». Ed ecco il gran finale sul belga: «Le letture in un episodio come quello di Radja possono essere diverse e la volontà di qualcuno è sotto gli occhi di tutti: se sono nemici si vede se ti mettono in prima o ottava pagina».

SCAPPARE O NON SCAPPARE – E si ritorna a parlare del futuro, non di Nainggolan ma di Spalletti. Che ringrazia De Rossi per le belle parole («guai a farci scappare Spalletti»), e poi rilancia. «Sono io che non devo lasciarmi scappare la Roma. Per far questo devo cominciare a vincere. Questo posto è magnifico, non è un ambiente malfamato, ma pieno di giardini e fiori, bisogna stare attenti a a non calpestarli». Tutto bene: vincere. Ma cosa? Qual è l’obiettivo minimo per restare? «Far vedere che siamo un marchio, che quando arriviamo noi arriva la Lupa pronta a sbranare palloni e vincere. L’obiettivo si guadagna lavorando. A che punto è lo stile Roma? Bisogna solo migliorare la mentalità». Ora comincia la fase calda: un impegno dietro l’altro, Crotone è solo l’inizio. «La Roma ci sta arrivando bene. Ha ritrovato calciatori che ci permetteranno di fare cambi e son sicuro che riusciremo a mantenere lo stesso livello di rendimento. Il Crotone? Ha dato fastidio a tutti, sarà una gara difficile». Il suo collega Nicola ha detto che per fermare la Roma dovrà mettere il pullman davanti alla porta. E’ il gioco delle parole. E delle parti.

Fonte: il messaggero

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