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Sotto il segno di Radja, l’uomo che vale doppio

(M.Ferretti) –  Quattrocento giorni dopo la vergogna confezionata contro lo Spezia, riecco la Roma in Coppa Italia. Con l’obiettivo, che ormai si porta dietro dal 2008, di conquistare il trofeo per la decima volta. In panchina lo stesso allenatore, Luciano Spalletti, di quel maggio di quasi nove anni fa, due a uno all’Olimpico contro l’Inter. Un segnale? Beh, a giudicare dal risultato finale… In campo dall’inizio un solo reduce di quella finale, De Rossi, e due, Ruediger e Dzeko, della squadra allestita da Rudi Garcia il 16 dicembre del 2015 e sconfitta negli ottavi ai rigori da una formazione di Serie B. Partita in avvio carica di errori da entrambe le parti, quindi opportunità per le due squadre, così come i pali. Roma fin troppo disinvolta in difesa, specie centralmente, prima della prodezza firmata da Nainggolan, con tanto di maglia (la propria, ovviamente) sventolata in panchina da Totti per festeggiare il vantaggio giallorosso. La Bandiera con una bandiera. Bella immagine, no? Dopo la rete da tre punti ad Udine, per il Ninja un altro gol pesante assai. Quello che ha spianato la strada verso i quarti. E ancora una volta realizzato con un gesto tecnico da applausi a scena aperta, perché non era facile colpire al volo il pallone sfruttando, in una frazione di attimo, la difettosa respinta del maldestro avversario. Un mix di intuito e tecnica. Altro che tartaruga…

IL TUTTOCAMPISTA – Unico nel suo genere, il belga. Fortissimo in fase di interdizione, straordinario quando si tratta di far male all’avversario specie dalla media-lunga distanza. Da tempo Radja sta discutendo con la dirigenza un ritocco al suo contratto; e lo sta facendo senza forzare i toni. Forse perché sa che la sua è una posizione saldissima, e non solo perché ci sono in giro parecchi top club che farebbero follie per portarlo nella proprio organico. Intanto, si gode il ruolo che, ormai dalla passata stagione, gli ha cucito addosso Spalletti con una geniale intuizione: non solo attaccante e, al tempo stesso, non solo centrocampista. L’uomo giusto al posto tatticamente più delicato, visto il modulo di gioco scelto recentemente da Lucio. Come testimoniato dalla sua seconda rete, addirittura di testa, da centravanti puro. P.S.: Messaggio per quelli del gruppo “Dzeko è un pippone”: Edin ha ricominciato a segnare…

fonte: Il Messaggero

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