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L’ANALISI di ATALANTA-ROMA 2-1 Altra rimonta subita, pagati cari tre episodi: 7 punti di distacco dalla Juve in 13 giornate, divario pesante

 De Rossi e Nainggolan
De Rossi e Nainggolan con Gomez

(D.Luciani) – La Roma cade a Bergamo sotto i colpi di un’Atalanta dal secondo tempo arrembante. Solo secondo tempo e quasi. Perché la squadra di Spalletti gioca 45 minuti di ottima fattura, lavorando ai fianchi un avversario bramoso di dimostrare di essere la squadra più in forma del campionato davanti ai propri 25.000 tifosi. La sconfitta arriva subendo un colpo di testa centrale in mischia e un tiro – deviato sul palo da Manolas – in porta. Un rimpallo su Caldara e un rigore di Kessiè spediscono la Roma a sette punti dalla Juventus.

Una sconfitta amara perché nel primo tempo la Roma è una bellezza. Aggressiva, concentrata, cattiva in ogni corpo-a-corpo. De Rossi trascina i compagni in ogni contrasto, in ogni recupero. Fazio è una colonna insuperabile, Ruediger tiene a bada Gomez. Con le combinazioni veloci sull’asse Salah-Strootman-Nainggolan-Dzeko, la Roma manda in tilt il piano difensivo di Gasperini che aveva provato ad imbrigliare la velocità romanista con Zukanovic esterno di centrocampo.

La Roma paga a caro prezzo tre episodi fondamentali, in ordine cronologico di avvenimento:

1) la mancata espulsione di Toloi nell’occasione del rigore: il brasiliano ferma con la mano un tiro di Salah, servito molto bene da Dzeko, diretto dentro la porta di Berisha. Rocchi, arbitro dal lungo passato disastroso con la Roma, accorda il rigore che Perotti trasforma ma mostra solo il cartellino giallo a Toloi.

2) Il raddoppio fallito da Salah al 44′ del primo tempo: l’egiziano sbaglia l’impossibile solo davanti a Berisha, smarcato da un perfetto pallone di Nainggolan. Scadiamo nella banalità, ma col doppio vantaggio – e magari l’uomo in più – sarebbe stata un’altra partita.

3) L’ingenuità colossale di Paredes che al 90′ regala al Papu Gomez il rigore della vittoria: il romanista, entrato al 73′ per rinforzare il possesso romanista, cerca l’intervento in area di rigore invece di accompagnare semplicemente il connazionale verso l’esterno. Un sogno per Kessié che dal dischetto può battere Szczesny. Uscire con un punto da questa trasferta sarebbe stato comunque importante.

Tre episodi chiave. Perché a livello tattico, dopo lo scacco parziale del primo tempo, i giocatori della Roma avevano concesso poco e nulla all’Atalanta che spingeva forte ma concretamente non si era mai resa pericolosa verso la porta di Szczesny. Le mosse di Gasperini (l’inserimento di D’Alessandro e lo spostamento di Gomez sulla sua verticale) sicuramente hanno portato la Roma ad abbassarsi nella propria metà campo ma avevano prodotto solo un colpo di testa di Toloi, bloccato da Szczesny. Poca personalità nel possesso della palla in mezzo al campo, movimenti ridotti all’osso senza il pallone. Dzeko, in un pomeriggio tra luci scintillanti e ombre profonde, non riesce più a far salire la squadra.

La Roma si deve mangiare le mani, aveva in mano la partita e se l’è fatta sfilare. Belli a metà, incapaci di mantenere un palleggio di qualità per oltre un tempo. Incapaci di reagire e cercare di far male ad un avversario che si era scoperto per pareggiare. Lo Scudetto riprende la strada di Torino, il margine di 7 punti in 13 partite è più pesante.

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