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IL TEMPO Cervone: “Prima erano gli arbitri, adesso gli allenatori rivali”

Giovanni Cervone
Giovanni Cervone

(A. Serafini) – Vent’anni di carriera passati tra i pali, numerose esperienze in giro per l’Italia e un carattere che non lo ha mai frenato nell’esprimere il proprio pensiero. Giovanni Cervone non è certo tipo da zero a zero, anche nel commentare le polemiche sorte dopo le parole attribuite al «collega» Buffon.

E’ vero che le squadre «piccole» si arrendono in partenza quando giocano contro la Juventus?
«Non credo che sia cosi, sinceramente non mi e mai capitato di notare questo atteggiamento».

Cosa potrebbero significare allora quelle parole?
«Se fossero vere, penso che il senso del discorso fatto da Buffon all’interno dello spogliatoio avrebbe tutt’altro senso. E’ normale pensare che il livello della maggior parte delle squadre italiane sia inferiore alla Juventus, mentre in Europa si affrontano sempre formazioni più insidiose. In pratica è come ammettere che in Italia si vince facile, invece quando ti trovi la Champions davanti allora le cose cambiano. Non c’è niente di male».

Però il tecnico della Sampdoria Giampaolo ha ammesso di aver lasciato numerosi titolari in panchina a Torino per prepararsi meglio alla sfida successiva con l’Inter.
«Ecco, quella è stata una dichiarazione fuori luogo, anche perché tutte le squadre fanno turn over in base agli impegni. Ma c’è modo e modo di farlo o di spiegarlo».

Tutte le partite quindi si giocano con la stessa intensità?
«Certo, ricordatevi che molti giocatori si approcciano contro una grande squadra pensando che non ci sia vetrina migliore per emergere».

Lei con la maglia della Roma ha affrontato grandi battaglie a Torino contro la Juventus.
«Sì e quando andavamo lì incontravamo sempre una squadra fortissima. Diciamo che quelle poche volte in cui riuscivamo a metterli in difficoltà intervenivano altri fattori».

Cioè?
«Tante volte ci e capitato di osservare situazioni strane. Può succedere una volta, due forse, ma dalla terza in poi il dubbio scompariva».

Si spieghi meglio.
«A volte quando capitava di trovare l’avversario in difficoltà, e non succedeva spesso, arrivava un intervento arbitrale preciso. Ve lo assicuro, quello si che è frustrante».

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