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GAZZETTA GIALLOROSSA Infortunati, rimandati o bocciati: dopo 7 giornate quanti flop e quanti in attesa di un’occasione…

Vermaelen
Vermaelen

(D.Luciani) – Dimmi chi prenderai, ti dirò che problema avrai. Da qualche stagione il calciomercato delle squadre di Serie A è un inestricabile groviglio di fantasiose formule per cercare di completare rose che al termine della stagione si rivelano essere extra-large. La “lista dei 25” ha aiutato a diminuire i costi, ma tra protagonisti in cerca di rilancio dopo stagioni opache, talenti che restano in rampa di lancio fino a 23-24 anni e occasioni last-minute, le squadre di Serie A si infarciscono di giocatori che alla fine collezionano meno di 10 presenze. Dopo 7 giornate del campionato 2015-2016, si contano sulle dita di una mano le società che non sono cadute in questa trappola: tutti gli allenatori devono fare i conti con una buona lista di infortunati ma molti stanno lasciando fuori pezzi pregiati delle rispettive campagne acquisti per scelte tecnico-tattiche.

I CASI DI JUVE, NAPOLI, ROMA E FIORENTINA –  Le frasi più inflazionate rimangono sempre le stesse. “Non è facile inserirsi nel calcio italiano” oppure “I giovani hanno bisogno di tempo”. Per creare un gruppo funzionante ci vogliono un paio di mesi, è innegabile, ma se i valori ci sono – inevitabilmente – vengono fuori. Il tecnico campione d’Italia Max Allegri ha impiegato un mese per inserire Miralem Pjanic nello scacchiere della Juventus. Higuain deve ancora ritrovare il peso-forma ideale ma intanto ha segnato un gol ogni 79 minuti nelle sue prime 9 presenze bianconere. L’argentino sta scalzando Mandzukic nelle preferenze di Allegri: un sorpasso che diventerà definitivo se l’ex Bayern non riuscirà a togliere lo 0 dalla colonna dei gol fatti. Col contagocce vengono utilizzati Pjaca, acquisto da 25 milioni di euro, e Cuadrado mentre Evra ha perso il posto in favore dello scintillante Alex Sandro.

Il Napoli secondo in classifica è la squadra che ha il peggior rapporto tra cambiamenti e investimenti fatti: Sarri ha modificato pochissimo dalla passata stagione nonostante il doppio impegno con la Champions. Tra i nuovi acquisti il più utilizzato è Zielinski, giocatore già da tre anni in Italia tra Udinese e Empoli, che ha sostituito El Kaddouri (0 minuti) nel ruolo di vice-Hamsik. Per il resto recitano 0 presenze l’ex Bologna Diawara e il croato Marko Rog, due che insieme sono costati quanto Pjaca. Sarri non ha concesso loro neanche un’occasione. Diverso il discorso per i portieri di riserva Rafael e Sepe, chiusi dal carismatico Reina, e per la coppia Tonelli-Giaccherini, fermati da problemi fisici. Chi si è rivisto in campo è Maksimovic, altro “colpo pesante” del mercato partenopeo, lanciato proprio nell’ultimo turno per l’infortunio di Albiol.

A Roma ci si interroga sui 25 milioni spesi tra Alisson e Gerson: il primo sta facendo la riserva di Szczesny – preso in prestito senza possibilità di riscatto – giocando (bene) soltanto nelle coppe. Per il secondo sono stati fatti i salti mortali per strapparlo al Barcellona per poi vederlo entrare a dieci minuti dalla fine sul 4-0 contro l’Astra Giurgiu. Dopo l’occasione di Plzen, Spalletti lo ha riposto in panchina. Tra poche settimane rientrerà in gruppo Rüdiger mentre Vermaelen, che era stato preso per non farne sentire la mancanza, è ai box per la pubalgia. Il belga ha messo insieme un’espulsione nell’andata del preliminare di Champions e due presenze in campionato tutt’altro che sufficienti. L’infortunio dello sfortunato Mario Rui ha portato Spalletti a provare a sinistra sia Bruno Peres sia Juan Jesus ma nessuno dei due finora si è rilevato perfettamente affidabile. Iturbe continua la sua perpetua involuzione, avendo dimenticato il talento mostrato a Hellas Verona.

Senza colpi di livello, la Fiorentina ha ripresentato la stessa squadra dello scorso anno. Al momento Paulo Sousa utilizza poco e nulla della campagna acquisti di Corvino: zero presenze per Dragowski, Olivera, Diks, Hagi e Toledo. Pochi minuti per Salcedo e Cristoforo. Gli unici su cui il portoghese ha puntato sono l’esterno sinistro Milic e il mediano Sanchez, giocatori con esperienze importanti alle spalle. Rendimenti più che rivedibili per Kalinic, Ilicic e Borja Valero, 1 gol in tre.

A MILANO IDEE ANNEBBIATE – Tante idee ben confuse su entrambe le sponde calcistiche della capitale della moda. L’Inter continua le sue montagne russe anche con De Boer che ha bocciato, per motivi diversi, due investimenti importanti della scorsa stagione, Kondogbia e Brozovic. In attacco il trio Candreva-Icardi-Perisic sta lasciando le briciole a Eder, Biabiany, Palacio e, soprattutto, Jovetic: il montenegrino non riesce più a brillare come ai tempi della Fiorentina. Montella invece ha bocciato più di metà campagna acquisti. Lapadula sta pagando il salto di categoria (tre presenze, una di titolare), mentre Josè Sosa e Gustavo Gomez non hanno destato alcuna impressione positiva. Sempre peggio mr. 20 milioni Bertolacci, una presenza e troppi problemi fisici. Zero apparizioni per Lionel Vangioni e Pasalic, mai considerati da Montella, e Mati Fernandez, andato k.o. col Cile.

LE ALTRE – Tra le delusioni di inizio stagione c’è l’Empoli, rimasto a secco in 6 gare su 7 giocate. I due unici gol dei toscani sono stati siglati da Bellusci e Costa: a zero l’attacco di Martusciello nonostante l’esperienza di Maccarone e Gilardino. Altri due ormai “grandi vecchi” italiani vivono una stagione difficile alla Sampdoria: il fuori rosa Antonio Cassano e l’ex capitano blucerchiato Angelo Palombo, a cui Giampaolo preferisce il talentino Torreira. A Bergamo invece Gasperini ha lanciato Petagna in attacco e Berisha tra i pali al posto dei poco lucidi Paloschi e Sportiello. Donadoni a Bologna ha relegato in panchina Mounier, autore di una buona passata stagione, e non riesce a far sbocciare i talenti di Viviani e Donsah, entrambi fermi ad una sola presenza. Tempo per rifarsi ce n’è ma dopo la pausa in tanti dovranno tirare fuori qualcosa in più.

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