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IL MESSAGGERO L’Europa è vicina

Europa League
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(A. Angeloni) Non certo un girone dell’Inferno. No. Lo ha ammesso anche Luciano Spalletti («siamo i favoriti»). L’obiettivo, come dice il tecnico stesso, è «dimostrare di essere a proprio agio in Europa». La batosta nel preliminare forse sarà già stata assorbita per il 15 settembre, giorno dell’esordio in Repubblica Ceca contro il Viktoria Plzen. Evitati, sulla carta, grossi pericoli, tipo Manchester United e Panathinaikos, che si affacciava addirittura in quarta fascia. Evitate, dunque, anche le trasferte lunghissime, considerando che l’Europa League si gioca di giovedì e ti costringe al monday night in campionato. I viaggi in terre sperdute non ci sono: Repubblica Ceca, Austria e Romania, siamo al limite del confine con l’Italia, questo è il percorso europeo dei giallorossi. Più degli avversari, gli allenatori temono proprio gli spostamenti, gli infortuni da stress. I tifosi, invece, non vogliono stressarsi con altri flop come quello con il Porto. Il dg Mauro Baldissoni sostiene che il girone non debba «essere sottovalutato».

SQUADRA INCOMPLETA Ovvio, visti i precedenti e visto come spesso il sentirsi presuntuosamente forti si è rivelato dannoso. La Roma di Luis Enrique, la prima americana, è stata buttata fuori dal preliminare di Europa League: sono passati cinque anni (tra l’altro quella è stata l’ultima presenza della Roma in questa competizione) e i viaggi continentali poi sono andati peggiorando. La squadra è attrezzata per disputare da protagonista la seconda competizione continentale, ma per fare una stagione ad altissimo livello serve molto di più nella rosa e nella testa. Alla squadra manca un regista esperto, un incontrista e un esterno basso alla Darmian. Ma il dg sostiene che la squadra sia al completo. Bisognerà sapere se il suo allenatore è d’accordo. La squadra al momento non è come lo scorso anno, perché mancano Ruediger e Mario Rui e i due acquisti Alisson e Gerson sono due riserve.

IL CAMBIO DI ROTTA «Dobbiamo consolidare il rapporto con le competizioni europee, abbiamo fatto vedere di non trovarci proprio a nostro agio in queste competizioni, ora serve avere più visibilità in Europa e far vedere di trovarci a nostro agio». Sembra un altro Spalletti quello che ha commentato il girone della Roma in Europa League. Il grande ritorno alla normalità, al profilo più basso, al noi ci siamo e vediamo cosa succede. Questo aiuta. Quando si è snobbata la competizione si è fatto male, oggi va affrontata con la testa giusta, non con la spavalderia di chi pensa di aver vinto tutto senza aver vinto nulla, anzi spesso ha collezionato solo figuracce. E’ chiaro che l’obiettivo principale, al momento, resta il campionato e quella corsa affannata verso la Juventus, ma qui a Roma – al di là dei ricchi piazzamenti – si sente la mancanza di un trofeo che non arriva dai tempi del rock n’ roll, con la Coppa delle Fiere del 1960-1961 (in più il torneo Anglo italiano del 1971-1972). E’ tempo di tornare a suonare. Con presupposti diversi.

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