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GAZZETTA GIALLOROSSA Gli addii silenziosi di Maicon e Keita

Keita Maicon

(D.Marchetti) – Tanta era la necessità di vendere e smaltire delle spese entro il 30 giugno per alleggerire il bilancio che, escluso De Sanctis, sono passate inosservate le scadenze contrattuali di Maicon e Keita. Due che in totale portano in dote 35 trofei e che in punta di piedi hanno lasciato Trigoria. Il loro destino era segnato da tempo, lo sapeva Spalletti, amareggiato per non averli potuti allenare prima, ma solo nel finale della loro gloriosa carriera. Non un tweet, una parola fuori posto o una qualunque forma di polemica in questi ultimi mesi in giallorosso è uscita dalle bocche dei due calciatori. Lasciano la Capitale in un silenzio quasi “assordante”, come due giocatori qualunque e che qualunque non sono.

RITORNO IN PATRIA – Ad aspettare Maicon dovrebbe esserci il Brasile. A 34 anni suonati e con un ginocchio sempre un po’ malconcio è difficile immaginarlo in un campionato competitivo. Il Cruzeiro, club che lo ha lanciato da giovane, è pronto a riabbracciarlo. Lascia Roma con il rimpianto di non esser riuscito a vincere almeno un trofeo, soprattutto nel primo anno di Garcia in cui è sembrato un calciatore rigenerato. Dopo anni nella Capitale si poteva ammirare di nuovo un terzino degno di questo nome, ma l’età non ha permesso ai tifosi giallorossi di godere a pieno del vero Maicon. Nonostante ciò il suo successore sembra designato e a incoronarlo tale è proprio l’esterno brasiliano prima del match di ritorno con l’Inter: Florenzi è il mio erede, ha dimostrato cose interessanti in questo ruolo”. Parole non banali per chi nella Selecao l’ha vestita al fianco di gente come Dani Alves.

EMIRATI – Se l’ex Inter e City è pronto a tornare in patria, lo stesso non si può dire per Keita, da sempre faro della nazionale maliana. Già nelle due precedenti sessioni di mercato era stato accostato a diversi club nel Qatar e la sensazione è che adesso possa finalmente raggiungere il suo vecchio compagno di squadra, Xavi, proprio negli Emirati. A differenza di Maicon, è stato intercettato a Trigoria il giorno in cui sgomberava l’armadietto e salutava gli addetti ai lavori. All’uscita dal centro sportivo Fulvio Bernardini ha scattato qualche foto con i tifosi e alla domanda dei cronisti presenti sul suo futuro ha risposto con un lapidario: “Grazie, ciao”. Inizialmente si era anche ipotizzato un rinnovo per un’altra stagione. Spalletti lo aveva riportato ai livelli di prima della partecipazione alla Coppa d’Africa dello scorso anno e spesso è stato schierato dal primo minuto con ottimi risultati viste le condizioni precarie in cui verteva Daniele De Rossi. Tutto questo, però, non è bastato e la separazione è stata inevitabile anche per motivi di bilancio.

DE SANCTIS – Stessa sorte al momento tocca a Morgan De Sanctis, svincolato come i suoi due ex compagni di squadra. Sul portiere abruzzese va fatto un discorso a parte. Lui è inattesa ancora di una chiamata da parte di Sabatini, ma la sua situazione è strettamente legata alla permanenza o meno di Szczeny. Dovesse restare il polacco, la Roma avrebbe già Alisson come secondo e non ci sarebbe bisogno di rinnovare il contratto all’ex Napoli. Se l’Arsenal, invece, dovesse continuare a fare muro, l’estremo difensore brasiliano diventerebbe il numero uno e Morgan verrebbe richiamato. La pazienza di De Sanctis, però, non è infinita. “La Roma è la mia priorità, ma non è eterna” ha dichiarato ieri a Sky Sport e la sensazione è che il suo addio possa fare molto più rumore rispetto a quelli di Maicon e Keita.

Redazione GazzettaGiallorossa.it

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