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LEGGO Roma: De Rossi, Totti e il sogno gran finale

Totti De Rossi
Totti De Rossi

(F. Balzani) Un ultimo tango. Non a Parigi, come piace a Bertolucci, ma a Roma come forse avrebbe voluto Fellini. E c’è molto di onirico e malinconico nel capitolo finale della storia di Totti e De Rossi con la Roma, con la maglia che hanno vestito 989 volte (601 Francesco, 388 Daniele) e con l’allenatore (Spalletti) col quale avranno convissuto di più a Trigoria.

Una vita da protagonisti con pochi successi e ben 7 secondi posti, un immediato futuro da seconde scelte sperando in uno scudetto che entrambi bramano da quasi 15 anni. Totti per raggiungere un record assoluto: nessuno a Roma ha vinto due tricolori. De Rossi per togliersi la soddisfazione più grande, perché il Mondiale non vale mai come uno scudetto per un tifoso romanista. Il primo rinnoverà entro fine mese il 7° contratto della sua carriera giallorossa, l’ultimo da calciatore con scadenza il 30 giugno 2017 (a 1 milione più bonus) poi lo aspettano sei anni da direttore tecnico. La benedizione ufficiale arriverà con l’arrivo di Pallotta a Roma (lunedì prossimo), ma già stamattina il commercialista Leonardi e il dg Baldissoni sbrigheranno le ultime formalità.

Anche De Rossi ha il contratto in scadenza nel 2017, con uno stipendio da 6 milioni e poca voglia di continuare a giocare in serie A. New York lo tenta, il suo amico Pirlo pure. Se l’esperienza con la nazionale si chiuderà in Francia (Conte oggi dovrebbe inserirlo tra i convocati dopo i test atletici più che positivi a Coverciano), quella con la Roma terminerà a braccetto con Totti. Lo chiamavano Capitan Futuro, potrebbe essere il titolo della sua biografia visto che non sarà lui a raccogliere la fascia di Francesco né quella di Buffon in nazionale. Ma poco importa. De Rossi già nella seconda parte di questa stagione ha dimostrato di poter fare a meno dei riflettori per il bene del gruppo. E lo farà anche l’anno prossimo quando – visto il ritorno di Strootman – partirà dalla panchina. Proprio a fianco di Totti in un ultimo, malinconico tango che entrambi sperano di tramutare in un Disco Samba.

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