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CORRIERE DELLA SERA Borriello, giramondo del gol: «Sono serio, vivo per il calcio Belen? Il mio primo amore»

Marco Borriello
Marco Borriello

(M. Colombo) – «Nel mio dna c’è sempre stata la voglia di mettersi in discussione: ecco perché ho preferito vestire la maglia di 12 squadre diverse piuttosto che stare in panchina». Marco Borriello, inseguito (a sproposito) dall’etichetta «troppo bello per essere anche bravo», ora che nel suo personale Monopoli calcistico è approdato a quasi 34 anni alla casella Atalanta, domenica si ritroverà contro una fetta di passato. «Il Milan è la società dove sono nato e cresciuto calcisticamente, in cui sono maturato come uomo e giocatore. Milano è la città dove ho scelto di vivere e dove ho lasciato amici che incontro ancora, da Costacurta ad Ambrosini».È stato traumatico l’addio ai rossoneri nel 2010?

 «Sapevo che con l’arrivo di Ibrahimovic avrei visto poco il campo. Mi sono rimesso in gioco: mi aveva cercato la Roma che era arrivata seconda dietro l’Inter del Triplete, giocava la Champions e mi propose un contratto lungo».

L’errore da non ripetere?

«Rifarei tutto compresa la parentesi al West Ham, una delle squadre più gloriose della Premier».

L’allenatore che l’ha fatta crescere?

«Gasperini perché più degli altri mi ha responsabilizzato: con lui ho segnato 19 gol».

La rete più pesante?

«Con la Juve nel 2012 a Cesena: ci siamo presi un pezzo di scudetto».

La sua carriera ha rispecchiato il suo talento?

«Ho sempre dato il massimo, allenandomi con professionalità ma poi c’era un tecnico che sceglieva al mio posto».

Cosa l’ha condotta a Bergamo?

«Ho voluto rimettermi in gioco. A Carpi stavo disputando un ottimo campionato ma con l’addio di Sogliano sono stati congedati tutti i giocatori che aveva portato. All’Atalanta fatico a trovare spazio perché ci sono gerarchie da rispettare. Però mi sento pronto: ho segnato con ogni maglia e lo farò anche qui se mi offriranno una possibilità».

L’aspetto estetico l’ha penalizzata?

«Non mi ritengo una persona superficiale anche se i media offrono di me un’immagine completamente diversa. Sono puntiglioso, professionale, attentissimo all’alimentazione. Lo vede? Ho perso 7 kg in due mesi grazie a un nutrizionista che cura la dieta in base allo studio degli ormoni e al funzionamento della tiroide. Ho il peso di vent’anni fa con l’esperienza di un 34enne».

Ha confessato di aver sofferto per l’eccessiva esposizione al gossip.

«Da giovane mi meravigliavo di questo interesse. Ora ho capito che viviamo due fasi: una, lontana dalle telecamere, di sacrifici e sudore. L’altra, pubblica, dove si presta più attenzione a come ti pettini e come ti vesti. Ma se ho giocato 15 anni in A, ho segnato 102 gol e sono rispettato da tutti significa che la mia è stata una bella carriera e lo sarà ancora. Nonostante le chiacchiere, vivo per il mio lavoro».

È vero che ha una grande passione per l’arredamento e la moda?

«Ho il gusto del bello, lo ammetto».

Lo si deduce anche dalle foto delle ragazze che la circondano.

«Non ho mai fatto un’intervista con giornali rosa. Poi se arriva un paparazzo sotto casa mia che colpa ne ho?».

È difficile passare inosservati se si è fidanzati con il sogno maschile italiano.

«All’epoca era una modellina con la valigia rosa. Poi è diventata Belen Rodriguez, la più grande show girl degli ultimi vent’anni. A quei tempi mica lo potevo prevedere».

È la donna della sua vita?

«Belen è stato il mio primo amore».

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