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ROMARCORD Sfide e personaggi del passato: Marco Borriello e la parabola discendente dell’ultimo bomber (VIDEO)

Rubrica Romarcord
Rubrica Romarcord

Torna come ogni venerdì la rubrica Romarcord a firma della redazione di Gazzettagiallorossa.it; tema del giorno in attesa del match Roma-Carpi è la carriera di un bomber romansita come Marco Borriello, dal 2010 al 2015 legato alla formazione capitolina. Riviviamo l’esperienza dell’ex di turno con la maglia della Roma.

PRIMO BOMBER DAI TEMPI DI BATI – Marco Borriello , attaccante napoletano classe 1982, cresce ed esplode nel Milan, nonostante i tanti anni in prestito in giro per l’Italia che lo fanno maturare. Genova, Treviso, Reggio Calabria, Empoli e chi più ne ha più ne metta per questo centravanti completo, dotato di fisicità, senso del gol e un sinistro molto promettente. Dopo i 15 centri della stagione 2009/2010 con la maglia rossonera, entra nel mirino della Roma di Claudio Ranieri alla caccia di un centravanti dopo il ‘flop’ Adriano. I rossoneri prendono Ibrahimovic e si liberano di Borriello, che prende la direzione della capitale, indossa la sua adorata numero 22 e comincia a segnare. I giornali scrivono che Marco è il primo bomber dell’era Sensi dai tempi di Gabriel Batistuta. 

DAI GOL ALLE PANCHINE – L’inizio è col botto: Borriello diventa subito idolo dei tifosi a suon di gol, il primo contro il Bologna nel settembre 2010. La prodezza al volo contro il Cluj in Champions League farà impazzire la Sud. Con Ranieri è intoccabile e toglie il posto a Vucinic e Totti, timbrando gol pesanti come quello della vittoria contro il Milan capolista a San Siro. Ma la stagione giallorossa è più disastrosa del previsto e da gennaio in poi anche Marco ne risentirà. Flop in campo che coincide con le dimissioni di Ranieri e l’arrivo del giovane Vincenzo Montella, uno che di bomber se ne intende. Ma Borriello resta a guardare quasi sempre dalla panchina, visto che Totti torna nel suo ruolo preferito di unica punta e non c’è spazio per l’ex rossonero deluso e sconfortato.

SCHIAVO DEL CONTRATTO – L’anno successivo comincia l’era della Roma ‘americana’, di Franco Baldini e Walter Sabatini. Ma Borriello capisce quasi subito di non essere un titolarissimo con Luis Enrique, tecnico che ama gli attaccanti di movimento e rapidità piuttosto che le prime punte fisiche. Con gli arrivi di Osvaldo e Lamela finisce subito in panchina, ed a gennaio sceglie di giocare in prestito alla Juventus, dove contribuirà alla conquista del primo scudetto firmato Antonio Conte. Il problema di Borriello è un elevatissimo ingaggio che sfiora i 5,4 milioni lordi e dunque è inacquistabile per le squadre di Serie A. Pur essendo giudicato un esubero anche da Zeman, può partire solo in prestito, direzione prima Genoa poi West Ham, dimostrando di essere un calciatore di valore ma dal carattere discontinuo.

L’ULTIMA GIOIA POI IL CARPI – Borriello a 31 anni compiuti torna a sorpresa ad essere titolare e utile alla Roma, grazie a Rudi Garcia che nel girone d’andata del 2013-2014 lo utilizza a più riprese al posto degli infortunati Totti e Destro. L’ultima gioia arriva il 31 ottobre 2013, quando decide la gara contro il Chievo con un gol da bomber vero, regalando alla Roma la decima vittoria consecutiva e il record assoluto da inizio campionato. Sarà l’ultimo lampo, visto che a gennaio partirà per Londra e quando ritornerà non gli verrà concesso neanche un minuto in campo. Il presente si chiama Carpi, ultima chance per un bomber vero che ha già ritrovato il sorriso in provincia, con uno splendido gol in girata contro il Palermo.

 

Keivan Karimi (Twitter @KappaTwo)

 

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