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L’ANALISI di ROMA-BARCELLONA Giallorossi al limite della perfezione. Florenzi da fantascienza, Manolas-De Rossi granitici

L'analisi della partita
L’analisi della partita

(D.Luciani) – Forse impossibile fare più di così contro il Barcellona. La Roma impone l’1-1 ai campioni d’Europa in carica. Messi-Suarez-Neymar spaventano l’Olimpico, ma la Roma stavolta indietreggia, incassa senza crollare. Senza spavalderia e con tanta umiltà. Spirito di gruppo e sacrificio. Con tanta voglia di aiutare il compagno. Da squadra vera. Alessandro Florenzi è l’esempio dell’undici giallorosso: in un ruolo praticamente nuovo, contro Neymar e Jordi Alba, si inventa un gol stratosferico che vale un pareggio speciale ancor più per il morale che per la classifica del girone. E alla fine i 57.000 e più paganti regalano una standing ovation alla squadra, seguita in silenzio dalla Curva Sud: continuare la protesta civile con la Questura della Roma e col Prefetto senza supportare il ‘bene supremo’. Come evirarsi per fare un torto alla propria moglie.

RUDIGER C’E’ – Unita, compatta, legata da De Rossi. Garcia schiera un 4-1-4-1 tatticamente irreprensibile, col capitano perno tra Manolas e Rudiger difensori centrali e Keita e Nainggolan mezzali. A Florenzi e Digne l’arduo compito di fronteggiare Neymar e Messi, con l’argentino sempre pronto a scivolare in zona centrale. Tanto, tantissimo lavoro sporco per Salah e Iago Falque sulle ali e per Dzeko centralmente, chiuso tra Piqué e Mathieu. Luis Enrique preferisce la fisicità del francese alla personalità di Mascherano.

ORDINE E DISCIPLINA – La lezione post-Bayern è stata imparata: contro un avversario più forte, così tanto più forte sia nel complesso di squadra che nelle individualità, non puoi giocare spavaldo. Petto in fuori sì, tutto il rispetto del mondo ma senza paura. La Roma in campo è ordinata e sicura della propria forza. Baricentro basso ma non troppo, Manolas e Rudiger entrano nella propria area di rigore lo stretto necessario. Szczesny è subito attento in uscita su Suarez. Si accende immediatamente il duello Jordi Alba-Salah: l’egiziano prova a sorprendere l’avversario con due scatti da centometrista nel giro di tre minuti, l’esterno spagnolo in velocità è insuperabile. Pari e patta fino al 90′. Al 9′ Dzeko ruba un pallone a Piqué, scatta in campo aperto per 30 metri ma sbaglia l’assist per Salah favorendo la chiusura di Mathieu. All’11’ primo sussulto di Messi: ragnatela di passaggi blaugrana, Jordi Alba lo libera a centro area ma il sinistro magico del quattro volte Pallone d’Oro finisce in Curva Sud. L’argentino viene chiuso splendidamente in area da De Rossi al 17′ mentre al 20′ favorisce con una furbata (neanche troppo nascosta) il vantaggio. Iniesta apre a destra per Rakitic, Messi inchioda al suolo Digne con un pestone e il croato deve solo pescare la testa di Suarez ad un passo dalla porta. 0-1, con l’uruguaiano che pochi minuti dopo chiede un rigore: tuffo sull’uscita di Szczesny che non gliele manda dire. Suarez schiuma vendetta e ad inizio ripresa metterà k.o. il portiere con un calcio alla mano.

SUPER ALE – Il 10 agosto forse non è mai finito all’Olimpico. Un mese e quattro giorni più tardi la notte delle stelle cadenti è ancora in atto all’Olimpico, Alessandro Florenzi spara una cometa nel cielo romano. Parte veloce sulla destra, si porta quasi il pallone fuori per la troppa voglia di ripartire. Corre e contemporaneamente vede Ter Stegen al limite dell’area. Recupera il passo e calcia. Non lancia Dzeko in profondità ma calcia proprio in porta. Un paraboloide infinito. La palla sale come il sussulto di sorpresa dello stadio. Scende e lo stupore inizia a far luccicare gli occhi dei tifosi. Un bacio al palo. Un appoggio morbido, non un tocco ruvido. Un tiro che mescola la magia del folle e la precisione del giocatore di biliardo che s’appoggia alla buca. Fantascientifico. Spaziale. 1-1.

CONSAPEVOLEZZA – Messi prova subito a far abbassare la testa alla Roma ma il suo sinistro dai 20 metri è alto. I brividi vengono a Ter Stegen a tre minuti dall’intervallo: la Roma mette in fila cinque passaggi veloci al limite dell’area Barça liberando al tiro Nainggolan. Il portiere tedesco vola a smanacciare la botta del belga. Un episodio che manda la Roma negli spogliatoi con la consapevolezza di poter complicare ancora di più la vita a Luis Enrique. E la ripresa così sarà: Szczesny pareggia l’intervento di Ter Stegen al 2′ respingendo un tiro di Messi e al 3′ blocca il tacco ravvicinato di Suarez che lo tocca scalcia malignamente. Nainggolan fa durare un minuto la partita di Rafinha e manda un messaggio chiaro al Barcellona: la Roma è qui, lotta e non arretra. E proprio Radja al 22′ subisce in area un abbraccio molto affettuoso da parte di Mascherano. Il mediocre Kuipers sorvola. Al 30′ Dzeko ribadisce la sua importanza sfondando il muro Piqué e costringendo il signor Shaqira a prendere un giallo. Due minuti e Manolas mura Neymar, abile a liberarsi al tiro dal limite. Dove non arriva Manolas c’è De Rossi, dove non arriva Rudiger c’è Nainggolan. Gara intelligentissima di Keita: con la posizione e l’esperienza non arriva mai in ritardo contro avversari che vanno al doppio della velocità. Il duello con Iniesta è sublime, alternanza continua tra classe ed eleganza.

SOFFERENZA FINALE – L’ultimo quarto d’ora le forze giallorosse calano ma anche il Barça non ne ha molte di più: i blaugrana si affidano alle giocate singole di Messi, Neymar e Iniesta: l’argentino al 33′ spazzola la traversa, il brasiliano mette Iniesta davanti a De Sanctis ma il portiere chiude bene l’angolo. E nel recupero i tifosi giallorossi tirano due lunghi sospiri: al 47′ Nainggolan riesce ad arrampicarsi in cielo ed ostacolare Piqué a due passi dalla porta, mentre al 49′ è Manolas supersonico nel salvare di testa prima della linea un tocco morbido di Jordi Alba, pizzicato da De Sanctis in uscita. Un salvataggio a metà tra portiere e difensore, entrambi decisivi.

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