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IL MESSAGGERO Il solito Antonio polemico: “Noi figli di nessuno”

Antonio Conte
Antonio Conte

(A. Angeloni) – «Troppe critiche nei confronti dell’Italia? Non ci bado, fanno parte del gioco. Del resto la Nazionalenon è figlia di nessuno,ma lo è di tutti quando vince. Bisogna stare zitti, lavorare e vincere». Le critiche fanno parte del gioco, ma è meglio non subirne troppe, altrimenti diventa Conte contro tutti. Il ct preferisce guardare avanti, è stanco, non vede l’ora di arrivare all’Europeo e poi farà le sue valutazioni. Per ora fa la parte del papà che non vuole che il figlio venga “toccato” da altri. «Cosa non vorrei vedere della gara di Firenze? Mi prendo tutta la partita, compresi gli errori. I tre punti soprattutto». Dentro di sé il ct vorrebbe vedere un altro spirito, un altro calcio. Proprio per zittire quelle critiche. «La Bulgaria? Facciamo quello che dobbiamo fare e vinciamo la partita». I dubbi sono molti: Zaza-Immobile-Pellè, Soriano-Parolo e DeRossi-Pirlo. Quest’ultimo tra i più criticati: «Andrea gioca sempre da 7,quando lo fa da 6 gli puntano il dito contro. Il giorno prima è indispensabile, quello successivo per voi è da buttare. Ci vuole più equilibrio» la difesa del ct. Pare in rampa di lancio Florenzi: «Alessandro è una soluzione diversa da Darmian e De Sciglio. Può tornare buono sia con squadre che si chiudono sia con quelle che giocano più aperte». Fa zero a zero su Zaza: «Può essere schierato con Pellè o al suo posto». Il famoso vestito è rigorosamente chiuso.

GIGI E I GIUDIZI NEGATIVI Conte festeggia Buffon, che stasera tocca le sue centocinquanta presenze in azzurro. «Per Gigi non ci sono aggettivi. Lo ho avuto come compagno, come calciatore alla Juve e qui: è un campione in tutti i sensi». Il numero 1 ringrazia e guarda avanti, ma fino a un certo punto. «Non vi aspettate che arrivi a duecento, non è un mio obiettivo. Voglio solo farmi trovare presente nelle partite di alto livello, se saranno due, dieci o venti non lo so, vedremo. Come trovo gli stimoli? Ci sono tante pause tra una gara e l’altra e quando arrivi qui sembra sempre una novità». Da santone/esperto nel gruppo, Gigi valuta le critiche con molta filosofia. «Quando con squadre piccole è arrivato un risultato senza goleada, sono sempre arrivate critiche e i tifosi hanno mostrato sempre delusione. Ma con certe formazioni che giocano per prendere meno gol possibili, non è semplice. Con Malta non è stata la migliore Italia del decennio, ma nemmeno la peggiore. Sappiamo che bisogna andare meglio, ma non farei drammi. Negli anni ho visto picchi di entusiasmo e delusione. E’ lo specchio di ciò che si vive nell’Italia. Il poco pubblico? Quindici anni fa a Italia-Malta c’era uno stadio sempre esaurito, oggi no: il tifoso è abituato a vedere eventi importanti e se ce n’è uno meno importante magari preferisce andare a mangiare una pizza».

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