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CORRIERE DELLA SERA Il trio stellare del Barça fa paura, la scelta è tra Castan e Ruediger

Rudiger
Rudiger

(L. Valdiserri) – Trigoria, abbiamo un problema. In realtà i problemi sono 122 più 7, cioè i gol segnati dall’attacco delle meraviglie Messi-Suarez-Neymar. Nuova Apollo 13, la squadra giallorossa deve provare a disinnescare il guasto che si chiama Barcellona. Non semplice. Nella stagione scorsa – chiusa con il triplete Liga, Coppa del Re e Champions League – Messi ha segnato 58 gol, Neymar 39 e Suarez (lunga squalifica per il morso a Chiellini al Mondiale brasiliano) «solo» 25. In questa stagione – tre partite di campionato, la Supercoppa europea vinta contro il Siviglia e la doppia finale di Supercoppa spagnola persa contro l’Athletic Bilbao – siamo già a quota 7: 4 messi, 2 Suarez e uno Neymar.

Come si può fermare un attacco simile? Tutti gli allenatori del mondo risponderanno: con il gioco di squadra. Vero. Ma non c’è dubbio che, oltre al sacrificio di tutti e undici i giocatori in campo, servirà la capacità di reggere l’uno contro uno. E i difensori centrali saranno, in questo, i più sollecitati. In tre partite di campionato Rudi Garcia ha cambiato tre volte la coppia, mantenendo Kostas Manolas come unica costante. Contro il Verona (1-1), all’esordio, aveva giocato Leo Castan, al ritorno in campo dopo quasi un anno di assenza per l’operazione al cervelletto. Contro la Juventus (2-1) è arretrato Daniele De Rossi. Contro il Frosinone (2-0) ha fatto il suo debutto assoluto Antonio Ruediger. I risultati? Castan, purtroppo, è sembrato ancora lontano dalla migliore condizione. In una vampata di sincerità Garcia, nel dopo gara, ha ammesso: «Leo non è al 100% anche se migliora giorno dopo giorno». De Rossi ha ben giocato, ma come tutta la Roma, nella gara che sembrava la più difficile di tutte. L’infortunio di Pjanic, che sarà assente anche domani, lo ha reso indispensabile nelle rotazioni a centrocampo. Ruediger non ha convinto appieno contro Ciofani e Dionisi (non certo un attacco che possa mettere paura a nessuno), ma ha sicuramente due alibi fondati: 1) non aveva mai giocato con i compagni; 2) è stato schierato da Garcia sul centrosinistra e si è trovato in difficoltà perché destro.

Con il senno di poi l’incomprensibile cessione di Ljajic all’Inter, cioè a quella squadra che sembra essere la vera rivale della Roma sulla via per lo scudetto, doveva quanto meno portare in giallorosso Juan Jesus (mancino in grado di giocare centrale e terzino). L’impressione è che la scelta finale possa cadere di nuovo sul tedesco, perché De Rossi inposizione di «libero» davanti alla difesa può essere un grande aiuto per tutto il reparto. Garcia, a Frosinone, ha utilizzato Nainggolan e Salah solo nel finale di partita. Venivano dagli impegni delle nazionali, ma contro il Barcellona saranno freschi e sicuri titolari. Dzeko, dopo la forte «zuccata» con Blanchard che lo ha costretto a giocare con un turbante di garza, si è ripreso e sarà al centro dell’attacco. La terza maglia dovrebbe andare a Iago Falque, anche perché Iturbe si sta ritagliando un ruolo da vice-Dzeko nei finali di gara. Migliora nettamente Pjanic, ma non sarà rischiato.

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