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VERONA-ROMA I più e i meno del match del Bentegodi

Garcia
Garcia

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+ SZCZESNY Parete decisive per il portiere polacco che si conferma uno dei migliori in questo avvio di stagione. Da sottolineare le parole a fine partita: “Non abbiamo giocato la nostra partita migliore, per vincere lo scudetto queste gare vanno vinte”. Personalità da vendere per l’ex Arsenal che giustamente esce dagli schermi del “vattutobenismo” regnante fra compagni e tecnico.

–  PJANIC E IL TOCCO NAIF La possibile svolta arriva quasi nei minuti di recupero: Nainggolan inventa per Pjanic che, con i giusti tempi di inserimento, si ritrova a tu per tu con Rafael, ma al posto che spaccare la porta e far entrare portiere e palla insieme in rete, fa partire un tiretto fiacco. Lì manca la personalità del campione, quello vero. Basti pensare ad un Pogbà o ad un Vidal da quella stessa posizione cosa avrebbero fatto.

– – TERZINI Ormai è come il segreto di Pulcinella, ma sembra che il problema sia palese solo da qualche settimana. La cessione di Holebas, con plusvalenza di poco più di un milione, rimane ancora incomprensibile, come il fatto di essere arrivati a giocare la prima di campionato con Torosidis titolare a sinistra, Cole fuori rosa e Anocic in panchina. Il gol del Verona nasce da una disattenzione del greco, spaesato, quasi confuso sulla palla scodellata da Hallfredsson per Jankovic. Il problema c’è anche a destra: Florenzi è ottimo in spinta, ma male e confuso (e a tratti terrorizzato) quando c’è da difendere.

– – – GIOCO La preparazione è stata cambiata e  il centravanti è stato preso, ma il problema grosso rimane ancora il gioco. O forse è meglio chiamarlo “Caos Organizzato”. La palla, dopo un interminabile e sterile possesso palla (anche oggi 70%), finisce puntualmente fra i piedi di Gervinho o Salah che, non trovando uomini che tagliano o almeno che si muovono, provano la giocata individuale che spesso riesce, spesso (quasi sempre ormai) no. E’ troppo semplice affrontare la Roma: tutti dietro la linea del pallone in attesa che la sfera venga persa, e si riparte. Non è una questione di “conoscere il gioco della Roma”, perché esso, purtroppo, non esiste. La rosa è incompleta, ok. Ma con un minimo di organizzazione il Verona si batte anche con Florenzi e Torosidis (ma anche con Cole) titolari, visto che dalla cintola in su hai praticamente pochi rivali in Italia. Il problema resta l’idea, che non c’è mai. E l’idea, al gruppo, deve trasmetterla l’allenatore. Allenatore che non si adatta agli uomini che ha, facendo lo stesso errore dei suoi predecessori. Inquietante nel primo tempo l’immagine di Keita che dà indicazioni a Garcia (CLICCA QUI PER VEDERLA). E la Juventus (rifondata, no indebolita come qualcuno insiste) è a 8 giorni. E fra 9 potrebbero essere prese decisioni importanti…

Giovanni Parisi

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