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IL MESSAGGERO La rosa parla straniero: solo quattro gli italiani

La Roma all'open day
La Roma all’open day

(A. Angeloni) – Szczesny; Maicon, Manolas, Castan, Torosidis; Pjanic, Keita, Nainggolan; Salah, Dzeko, Iago Falque. L’undici titolare ammirato contro il Siviglia la sera della vigilia di Ferragosto. Fa impressione: non c’è un italiano. Cioè uno nato in Italia, che abbia un cognome che uno lo legga e dica, «questo è italiano». Niente. Non è un problema, per carità, è una constatazione, forse amara, forse nostalgica. Una considerazione e basta. I nati in casa erano in panchina, ovvero De Sanctis, Florenzi, De Rossi e Totti (più Capradossi, utile anche per i nuovi regolamenti). Tre di questi, addirittura romani, più Morgan che è abruzzese. Ad occhio e croce, solo uno, forse due, potenziali titolari. Perché De Sanctis, a quanto pare, dovrebbe essere scavalcato da Szczesny, Florenzi, se lo consideriamo terzino, per ora dovrà stare dietro Maicon, che in questo momento appare in buone condizioni, Totti ha davanti Dzeko e comunque, è risaputo, le intenzioni sono di gestirlo e non considerarlo un semprepresente. Infine c’è De Rossi, che con il Siviglia non era al top e che, in teoria, dovrebbe prendere il posto di Keita in mezzo al campo. Più si cerca di stimolare i club a valorizzare i prodotti italiani e più si punta sugli stranieri (e ci sono da tenere presenti i paletti per le liste Uefa). Perché evidentemente, il calcio migliore si gioca altrove e i prodotti migliori non sono in Italia, lo va ripetendo spesso pure il ct della nazionale azzurra, Antonio Conte. E’ chiaro, il discorso vale anche per altre società, l’Inter su tutte. Ricordiamo i nuovi regolamenti per le composizione delle rose, quando ormai mancano quindici giorni scarsi alla fine del calciomercato.

LE REGOLE
1) La rosa a 25 calciatori, di cui 4 cresciuti in Italia e 4 nel vivaio del club per cui sono tesserati, invece è libero il tesseramento degli Under 21 (la stragrande maggioranza è italiana).

2) Riforma dei cosiddetti giovani di serie A: il giovane extracomunitario al primo tesseramento deve essere residente in Italia ed entrato nel nostro Paese con i genitori non per ragioni sportive e comunque aver frequentato la scuola per almeno 4 anni (tali calciatori non possono essere utilizzati per la liberare il posto a un nuovo extracomunitario);

3) La sostituzione del calciatore extracomunitario: uno sarà possibile scambiarlo liberamente, il secondo deve avere un curriculum, ovvero deve essere stato convocato almeno due volte nell’ultimo anno nella Nazionale maggiore del suo paese oppure cinque volte negli ultimi tre anni.

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