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IL MESSAGGERO Da Bacca a Dzeko è tornata l’età dell’oro

Dzeko e Salah
Dzeko e Salah

(A. Angeloni) Dybala, Mandzukic, Zaza, Salah, Dzeko, Milinkovic-Savic, Mario Suarez, Allan, Chiriches, Kondogbia, Miranda, Jovetic, Bacca, Luiz Adriano, Bertolacci, Romagnoli etc etc. Una formazione abbondante di perle e perline, quanto basta per sostenere che il nostro campionato sia tornato a buoni livelli, dove la voce investimenti resta di poco superiore a quella delle dismissioni e aumenta la qualità dei calciatori, quindi del movimento. La tendenza sta cambiando, forse in maniera decisiva. Fino a qualche tempo fa, l’Italia era diventata il così detto cimitero degli elefanti. Calciatori a basso costo, a fine carriera e/o prestiti senza futuro. Oggi, tenendo comunque presente il paletto principe del Financial Fair Play imposto dall’Uefa, si è cercato di fare qualcosa di più. Vendere, comprare sì, ma con un occhio alla qualità.

Improvvisamente la serie A è tornata ad avere un certo appeal per i calciatori stranieri e quest’anno sono pochi i giocatori che hanno scelto l’estero. Basti pensare che un anno fa Edin Dzeko aveva dichiarato che l’Italia non era appetibile per uno come lui, oggi invece ha fatto di tutto per venire a giocare in serie A. Stesso discorso per Bacca, reduce dalla vittoria in Europa League con il Siviglia. Un altro dato significativo, ad esempio, è che gente come Romagnoli, Dybala, Zaza, Allan, non hanno fatto il doppio salto, ma hanno scelto di restare in Italia, facendo spendere ai nuovi club prezzi alle stelle, dai 40 per l’argentino ai 25 per il centrale romano. Un anno fa, Immobile e Cerci, tanto per restare sullo stesso esempio, hanno scelto la Germania e la Spagna. Scelte rivelatesi quantomeno discutibili dodici mesi dopo. La serie A, tornata ad accogliere uno come Jovetic, è arrivata a sognare anche Ibrahimovic, una splendida macchina da soldi e da scudetti, che da queste parti abbiamo dovuto lasciare per strada perché troppo costosa. Ora, si ha 34 anni, ma costituirebbe un gioiello prezioso per il campionato che ambisce a tornare il più bello del mondo. Forse ci riuscirà, ma ci vuole ancora troppo tempo. Diciamo che il percorso è appena cominciato.

UN PO’ DI NUMERI Nell’estate precedente al campionato 2014/2015, la serie A ha speso addirittura di più per giocatori di qualità inferiore ma è andata in rosso per via delle uscite: spese 428,64 mln di euro, entrate 384,94 mln; finora invece siamo a 471,50 per uscite pari a 449,68, una media più giusta in chiave Uefa, L’Italia è sotto di 21,82 milioni, mentre in Premier, assoluta regina del mercato fin qui effettuato, si parla di uno sbilancio di 305, 55 milioni, la Liga è a -218 , 40, mentre la Bundesliga, che è quarta nella classifica degli investimenti di mercato, ad oggi è a -30,98. Se non altro, l’Italia, forse non sarà il campionato migliore, quantomeno è il più virtuoso.

NOVITÀ AI NASTRI Le novità principali sono in attacco, con l’arrivo di centravanti di spessore. Da non sottovalutare la spesa dell’Inter per Kondogbia, quella del Napoli per Allan, di Bertolacci al Milan e Kalinic alla Fiorentina. L’Italia accoglie grandi giocatori e ne saluta, inevitabilmente, altri: Vidal al Bayern per 40 milioni e Kovacic al Real per più o meno la stessa cifra. Si riparte senza alcuni allenatori importanti, vedi Montella, Donadoni, Mazzarri e Prandelli, che dopo l’esperienza in Nazionale, si è tuffato in un periodo sabbatico quasi infinito. Non ci sarà Pirlo, finito nel dopo lavoro calcistico a suon di milioni di euro. Un emigrante di lusso al pari di Gerrard e Giovinco, tanto per fare due nomi. C’è la curiosità di vedere Sarri sulla panchina del Napoli, che ha salutato Benitez e di Paulo Sousa nella Fiorentina per Montella. Due professori del calcio organizzato e offensivo.

 

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