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IL MIGLIORE E IL PEGGIORE Torosidis eroe greco. Gervinho in evidente stato confusionale

Migliore Peggiore GazzettaGiallorossa
Migliore Peggiore GazzettaGiallorossa

Torna la rubrica di GazzettaGialloRossa.it “IL MIGLIORE E IL PEGGIORE“. Offriremo un’analisi delle prestazioni del calciatore che ha maggiormente brillato e di quello che, invece, ha convinto meno nelle gare della As Roma.

Game Over. La Roma saluta il sogno scudetto al 22 febbraio 2015 ad una settimana da big match contro la Juventus. Con l’ennesimo pareggio in campionato (il sesto nelle ultime sette gare) contro il Verona i giallorossi mettono in scena un’altra prestazione deludente ed ignobile, contro una squadra il cui l’allenatore era all’ultima chiamata (!). Con il primo posto ormai lontano anni luce (+9), la Roma ora deve preoccuparsi, e tanto, del secondo posto con il Napoli che oggi potrebbe avvicinarsi a -3 e, addirittura, potrebbe sfruttare i 3 punti a tavolino contro il Parma, agganciando eventualmente i giallorossi nella seconda posizione. Traballa ancor di più dunque la posizione di Garcia la cui panchina non è detto che arrivi a fine stagione. I risultati portano a quella strada e il match con la Juventus, preceduta dalla fondamentale sfida europea contro il Feyenoord, potrebbe confermarlo. E i tifosi in tutto questo? Infuriati e delusi. Ancora una volta.

IL MIGLIORE: Vasilis Torosidis

Entra al minuto 40 al posto dell’infortunato Florenzi (altro colpo di prestigio dello staff medico romanista) ed ha l’obbligo di dare di più di quanto possa dare in un momento fisico precario, dopo comunque una buona prestazione contro il Feyenoord. Il greco ha il merito di salvare la Roma meglio del miglior De Sancits: il doppio intervento all’inizio della ripresa su Ionita prima e su Hallfredsson poi è da premiare per coraggio ed impegno. Un esempio per tutti i suoi compagni.

IL PEGGIORE: Gervinho

Chi si ricorda del Gervinho che correva così velocemente da perdersi spesso il pallone e che faceva “ammattire” i difensori avversari? Beh, appunto, ne è solo un ricordo. Perché il Gervinho tornato dalla Coppa d’Africa è in palese stato confusionale, forse ancora in ripresa dai tanti festeggiamenti per la conquista dell’ambito trofeo africano, un trofeo che per gli africani rappresenta un punto d’orgoglio che forse non possiamo neanche immaginare. Ma la Roma sembra averci rimesso in tutto questo. Eh si perché la rosa giallorossa nella terza gara consecutiva dopo Parma e Feyenoord sembra giocare in 10 con l’attaccante ivoriano in campo. Anche sul campo del Bentegodi riesce a sbagliare i movimenti più banali e tanti stop da scuola calcio. Il più delle volte poi, quando riesce ad avere la palla tra i piedi, parte in velocità a testa bassa senza mai servire i compagni sbattendo puntualmente, come è giusto che sia, contro il muro gialloblù. Nel secondo tempo contro il Verona sparisce ed inspiegabilmente Rudi Garcia lo tiene in campo fino all’ultimo minuto, prelevando un Totti infuriato per la sostituzione. Gervinho doveva essere l’arma che mancava in questa Roma in crisi nera ed invece si sta dimostrando un’arma a doppio taglio. Garcia ci sperava davvero…

Leonardo Esposito (Twitter @Lnrd_Spst)

 

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