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IL TEMPO Europa League coppa dei poveri

Europa League
Europa League

(E. Menghi) È la sorella povera della Champions, partecipano in tanti e chi riesce a spuntarla si aggiudica al massimo 15 milioni di euro. L’Europa League viene spesso snobbata (chi va avanti conquista preziosi punti nel ranking), a volte diventa quasi un elemento di disturbo e fa slittare le gare di campionato al lunedì, cosa che piace più alle tv che ai tifosi, e il guadagno è minimo. Basti pensare a quanto ha messo in tasca il Siviglia vincendo la finale della scorsa edizione a Torino: 14,6 milioni di euro, cifra record per la competizione. Di questi, 5 milioni sono arrivati nel momento in cui è stata alzata la piccola Coppa. Per quella grande è tutta un’altra storia: la vittoria finale vale più del doppio, 10,5 milioni di euro, e ai perdenti vanno ben 6,5 milioni.

Le differenze sono tante, un successo nel girone di Champions vale 1 milione di euro, quello incassato dalla Roma grazie al 5-1 rifilato al Cska Mosca, mentre il pareggio paga la metà. I giallorossi sono riusciti a racimolare in tutto circa 35 milioni di euro e adesso si ritrovano a disputare un torneo con meno campioni e meno milioni in palio. La Fiorentina, fin qui, è quella che ha guadagnato di più tra le italiane grazie al primo posto nel girone (400 mila) e le 4 vittorie su 6 valse 800 mila euro. Sommando i 100 mila dell’unico pareggio e il bonus di partenza di 1,3 milioni, si arriva a 2,6 totali.

La Roma fa il suo ingresso in Europa League dai sedicesimi e può aspirare a conquistare con i risultati sul campo fino a 7 milioni circa, traguardo raggiungibile solo con il trionfo a Varsavia il 27 maggio 2015. Al premio Uefa vanno però aggiunti i diritti di mercato (l’anno scorso fruttarono 5 milioni alla Juventus) e gli incassi al botteghino per le partite casalinghe. La squadra di Garcia ha ottenuto circa 8 milioni di introiti per le gare interne con Cska, Bayern (record di presenze: 62.292) e City, ma la musica cambia nella piccola Europa. A Trigoria si aspettano un calo del 30% per gli incassi da stadio, sia per la minore affluenza (molto dipenderà dall’avversario di turno) sia per la riduzione del costo dei biglietti. Il campionato ne risentirà non solo a livello di fiato e gambe, cambierà anche il calendario. La Roma inizierà infatti a giocare i «monday night»: i sedicesimi sono in programma il 19 e 26 febbraio, l’attesa rivincita con la Juve dovrà slittare al 2 marzo. Scontro diretto a parte, i giallorossi avranno la possibilità di sapere cos’hanno fatto i bianconeri in anticipo. L’ultima volta, però, non è bastato per vincere.

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