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IL MIGLIORE E IL PEGGIORE Yanga-Mbiwa sugli scudi. Delude ancora Ljajic

Migliore Peggiore GazzettaGiallorossa
Migliore Peggiore GazzettaGiallorossa

Torna la rubrica di GazzettaGialloRossa.it “IL MIGLIORE E IL PEGGIORE“. Offriremo un’analisi delle prestazioni del calciatore che ha maggiormente brillato e di quello che, invece, ha convinto meno nelle gare della As Roma.

La Roma di Rudi Garcia torna a casa con un deludente pareggio dalla trasferta di Genova contro la Sampdoria, terza forza del nostro campionato. Dopo la grande delusione in Champions League tutto l’ambiente si aspettava una reazione di carattere che purtroppo non c’è stata. O meglio, c’è stata a metà. Una partita macchinosa, bloccata per tutti i 90 minuti, per demerito della Roma che ha giocato con il freno a mano tirato e per merito della squadra di casa, in grado di tenere testa alla rosa giallorossa per gran parte del match, sia sul piano fisico che sul piano tattico. Male l’attacco capitolino, sprecone nelle uniche occasioni concesse dalla Samp neutralizzate prima dal palo (sull’azione di Gervinho) e poi da Romero, che fa la parata della vita sul colpo di testa a botta sicura di Florenzi. Discutibile, come poche volte in queste due stagioni, il lavoro di Garcia che per la prima volta nella sua storia romanista scala Florenzi a centrocampo e schiera titolare Ljajic (e non Iturbe) accanto a Totti e Gervinho. Anche i cambi effettuati dal mister a partita in corso (Pjanic, Destro e Iturbe) potrebbero essere in discussione, forse inseriti troppo tardivamente (dal minuto 72 in poi) quando la partita si era già indirizzata verso un risultato di parità. Ma col senno del poi è sempre troppo facile. Una cosa, però, è certa: il bicchiere oggi va visto mezzo vuoto. Col Cesena la Roma avrà l’obbligo di mostrare tutt’altro carattere, in vista anche dell’ostica trasferta a Napoli della prossima settimana.

IL MIGLIORE: Yanga-Mbiwa

Se la Roma è la seconda miglior difesa del campionato (assieme alla Sampdoria) con sole tre reti subite in otto gare, una parte dei meriti vanno sicuramente a Mapou Yanga-Mbiwa, il difensore 25enne acquistato nelle ultime ore del mercato estivo che si sta conquistando di partita in partita il rispetto dell’intera tifoseria giallorossa. Arrivato nella capitale con l’etichetta di riserva delle riserve, il francese, per alcune opere del destino vedi gli infortuni di Astori e Castan, è uno degli elementi maggiormente utilizzati dal mister Garcia in questo inizio di stagione, con una media voto al di sopra delle più rosee aspettative. Contro la Sampdoria ha inanellato un’altra prestazione maiuscola, grazie ai suoi interventi duri ma decisivi e la sua fisicità con cui ha fatto a sportellate con Okaka, un colosso sul piano fisico e annullando tatticamente Gabbiadini, in cooperazione con il suo collega Astori, una coppia difensiva capace di recuperare ben 49 palloni nei 90 minuti del Marassi (24 per il francese, 25 per l’italiano). Una grande e favorevole sorpresa per la Roma che giustamente sta pensando di acquisire il suo intero cartellino già a gennaio (Mbiwa è in prestito dal Newcastle).

IL PEGGIORE: Adem Ljajic

Se non ci fossero le doti tecniche fatte solo intravedere sporadicamente, non si spiegherebbe come Adem Ljajic faccia parte di una squadra di vertice come la Roma. Ma siccome le qualità ci sono, e ce ne sono tante, fa quasi “rabbia” vederle spesso inespresse. Il giovane serbo, purtroppo, esce ancora una volta dal campo tra il malumore generale dell’ambiente giallorosso che da due stagioni aspetta il suo decisivo cambio di marcia (e di carattere). Nella partita contro la Sampdoria è praticamente un fantasma, tranne qualche azione dove la sua velocità e la sua tecnica si dimostrano a salve. Si fa vedere in un’unica occasione degna di nota, nel secondo tempo, con un tiro di sinistro debole dopo un dribbling al limite dell’area, su cui Romero non deve fare sforzi. Per questi motivi fa discutere la scelta di Garcia di schierare Ljajic dal primo minuto, con Iturbe o Destro lasciati in panchina per quasi tutta la partita, su un campo così delicato come quello del Marassi. Dove a volte serve più il carattere che la tecnica.

Leonardo Esposito (Twitter @Lnrd_Spst)

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