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GAZZETTA DELLO SPORT Garcia guarda avanti: “Battiamo il Bayern solo se diamo il 120%”

Garcia
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(D. Stoppini) Non sono giorni qualunque, per Rudi Garcia. Non è una Roma qualunque, quella che — per dirla alla Maicon — vince con la faccia ancor prima che con il pallone tra i piedi. Rispedendo a casa tre avversari in un colpo solo: il fantasma della Juventus, il pensiero del Bayern e, per inciso, anche il Chievo. E già che la Juve c’era eccome, all’Olimpico. C’era nello striscione «Rigore per la Juve», nei cori contro Nedved, in quelli (beceri) su Pessotto. C’era nei tifosi che hanno fischiato… il fischio di Calvarese, un rigore e i relativi cattivi pensieri di un risarcimento postumo dopo le polemiche di Torino. C’era la Juve ovunque. Pure nello spogliatoio, con le urla di gioia alla notizia del gol di Zaza a Reggio Emilia. C’era in Rudi Garcia, in quel «vinceremo lo scudetto» che il tecnico ha confermato: «L’ho detto di venerdì 17? Ma in Francia la scaramanzia è sul venerdì 13… prendetela come una profezia. I miei giocatori hanno risposto sul campo. E così dovrà essere fino alla fine del campionato». È la strada per lo scudetto, «ma il nostro tecnico non è stato mica così originale — ha aggiunto il d.g. Baldissoni —. Dopo Torino abbiamo assistito a un circo mediatico. Siamo pronti per vincere, a prescindere da qualche sfortunata decisione arbitrale che fa parte del gioco».

Ora Guardiola Non esattamente il pensiero della squadra, che Garcia ha voluto a cena all’Olimpico dopo la partita. Pensando alla Champions: «Il Bayern è fortissimo, noi siamo gli outsider — ha detto —. Per vincere dobbiamo giocare al 120% e loro al 70%. Ma sarà un Olimpico mai visto, uno stadio di fuoco». Anche per una personale rivincita: i tedeschi lo umiliarono con un 6-1 il 7 novembre 2012, ai tempi del Lilla. Ora davanti trova (pure) il modello Guardiola: «È un grande. Ma mi fido dei miei: fino a martedì potrò pure riposarmi»

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