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GAZZETTA DELLO SPORT Carte che scottano in Lega Pro, Macalli va da Palazzi

Palazzi
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(R. Palombo) – C’è un dossier che scotta, non si sa quanto propriamente attribuito al direttore generale uscente della Lega Pro Francesco Ghirelli, che è finito sul tavolo del Procuratore federale Stefano Palazzi. Ce lo ha portato in tutta fretta Mario Macalli, che della Lega Pro è presidente e che con la Procura federale ha altre poco piacevoli frequentazioni, visto come sarebbe ormai imminente il suo deferimento sul «caso Pergocrema», vecchia storia in cui si parla di marchi dai quali Macalli avrebbe fatto meglio a girare alla larga.

Tornando al dossier, il contenuto è secretato ma Palazzi, che entro la fine del mese sarà confermato nella carica fino al termine del quadriennio olimpico nonostante nel frattempo sia diventato a Napoli presidente del Tribunale d’appello militare (complimenti), è già al lavoro per vederci più chiaro. Per la Lega Pro, dopo liti e divorzi, sono giorni difficili: c’è una grana affiorante che riguarda la sontuosa sede di Firenze, acquistata a suo tempo tra squilli di fanfare e fiore all’occhiello della gestione Macalli, che non si capisce bene se per superficialità, disattenzione o dolo, sarebbe al centro di un problema i cui contorni sono ancora tutti da definire. Ci sarebbe di mezzo un precedente fallimento, evidentemente sottovalutato all’atto dell’acquisto, e un curatore fallimentare che ora intenderebbe battere cassa. Balla qualche milione di euro, che per quel calcio non sono bruscolini.

Quanto a Palazzi, qualche cambiamento dovrebbe intervenire nell’organico dei suoi vice, con la speranza che le pratiche prendano a marciare con maggiore speditezza rispetto al passato. La prova del nove a stretto giro di posta:l’indagine su Lotito, che in Lega aveva riservato a Marotta una battutaccia offensiva, è stata completata, si aspettano solo le sue controdeduzioni nel rispetto dei diritti della difesa rinforzati dal nuovo codice di giustizia, poi le conclusioni. Deferimento scontato e si spera rapido. Con buona pace dei giornalisti «categoria non apprezzabile» (ma dall’udito finissimo), come dichiarato ieri dal presidente della Lazio. «Sono felicissimo che il presidente Tavecchio abbia mandato questa lettera ufficiale alla Fifa, dal giorno in cui sono stato eletto ho sempre sostenuto che bisogna portare la tecnologia nel mondo del calcio».

Così Malagò (ieri a Caserta, poi a Napoli, poi a Bergamo, oggi e domani a Milano, lunedì a New York!) l’altra sera sulla moviola in campo e l’importante disponibilità della Figc a fare del campionato italiano terreno di sperimentazione per il 2015-16. Il presidente del Coni, che chissà perché gode di maggiore visibilità quando di Tavecchio sembra parlare maluccio, ha mostrato di essere al fianco del numero uno del calcio sulle cose che contano davvero. Fino a che punto, lo diranno la doppia Giunta Coni e il Consiglio Nazionale del 28 ottobre che metteranno la parola fine alla questione contributi Coni 2015. Chi si aspetta la spoliazione della Federcalcio dovrà probabilmente rassegnarsi a un «prelievo» non superiore ai 15 milioni (dei 62 attuali), meno della metà di quanto auspicavano i più golosi e rumorosi tra gli altri presidenti di federazione. E se alla fine il maggiore beneficiario della redistribuzione fosse la pallavolo del silente Magri?

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