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LA REPUBBLICA Garcia-Conte, la partita dei progetti

Garcia
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(E. Gamba) – Rudi Garcia già pensa allo scudetto che verrà, «Magari lo vinceremo con meno punti di quelli fatti quest’anno», e invece Antonio Conte pensa al concetto di saturazione (può infilare ancora qualcosa nelle teste dei suoi giocatori?), a quello di appagamento, a quello di stanchezza, anche se poi lui non vuole dichiararsi stanco e men che meno stressato. «Lui non è mai stanco, è sempre carico. Ma sul futuro non posso rispondere» dice Angelo Alessio, il vice dell’allenatore tricampione d’Italia nel corso di una stucchevole conferenza stampa collettiva dei collaboratori di Conte, una specie di gara a chi faceva il complimento più grande al capo.

C’è differenza, tra i due allenatori, perché c’è differenza tra le due situazioni e dunque differenza tra i programmi dei due club più forti d’Italia, destinati a stagliarsi ancora nettamente al di sopra della concorrenza anche nel futuro prossimo. Ci sono figure in bilico, ma con tutto il rispetto i dubbi di Pjanic, che tergiversa sul rinnovo del contratto in scadenza nel 2015, non valgono quelli di Conte. Il destino del bosniaco può condizionare un poco il mercato romanista (che comunque un big dovrà venderlo, e se non sarà lui potrebbe essere Benatia) ma non la strategia complessiva, mentre quello dell’allenatore indirizzerà totalmente il futuro bianconero. Per paradosso, se Conte decidesse di restare, il cambiamento sarebbe più profondo di quanto accadrebbe se invece mollasse: la sua urgenza di rifondare la rosa non è del tutto condivisa dalla società, che pensa invece a ritocchi e si confronta con un budget se non ristretto almeno limitato: sul mercato, la Juve si può esporre per 15-20 milioni, intesi come saldo tra acquisti e cessioni. La Roma sa per certo che deve ritoccare e basta. Garcia ha ribadito la sua voglia di restare già da tempo (e dire che la Juve lo prenderebbe volentierissimo) e ha chiesto due giocatori, un terzino mancino e un’ala sinistra, per puntare allo scudetto del 2015.

Anche a Roma, come a Torino, sul mercato non si scialerà e una cessione di peso è considerata fisiologica. Il budget verrà stabilito a fine campionato, quando la squadra andrà in Usa e la dirigenza si riunirà con Pallotta. Prima di tornare a scornarsi sul campo, nel frattempo, Juve e Roma lo faranno nelle fiere estive: terzino e ala (Kolarov e Cerci, ad esempio) servono a entrambi, anche se in attacco Garcia ha un obiettivo, Iturbe, che a Torino hanno già scartato. Preferiscono Sanchez, o Cuadrado. I progetti romanisti e juventini partiranno già nella settimana che viene, dopo un confronto diretto che vale solo come dispetto: la Juve vuole fare cento punti, la Roma mira ad impedirglielo. Schermaglie. Agnelli aspetta che Conte si schiarisca le idee e vada a riferirgli le sue intenzioni. Ieri, nonostante le ore passate assieme a Roma, presidente e allenatore non hanno discusso del futuro. Ma in fondo, non c’è nemmeno molto da discutere: Conte sa quello che la sua società può offrirgli, a livello tecnico e programmatico, e sta a lui considerarlo adeguato alle sue ambizioni. Alternative non sembra averne (dalla Francia assicurano che a sostituire Ranieri al Monaco sarà Jorge Jesus del Benfica). E Marotta non ha ancora contattato allenatori diversi: alla Juve, Conte va benissimo. Ma viceversa?

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