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GAZZETTA GIALLOROSSA I tempi burocratici fra la Roma ed il suo stadio

Marino e Pallotta

La legge 27 dicembre 2013, n. 147  è quella che interessa direttamente Pallotta ed i tifosi della Roma, deliziati oggi dalla presentazione del progetto  dello stadio di proprietà giallorosso. La cosiddetta “Legge di stabilità 2014” (entrata in vigore del provvedimento, 01 gennaio 2014), non è esattamente la legge sugli stadi che in Italia manca e che buona parte del mondo sportivo attende con ansia per poter dare una virata decisa allo sport di questo paese che, più passano gli anni, e più procede verso una lenta ma inarrestabile decadenza. Stadi brutti, vecchi, dai colori sbiaditi, senza tabelloni, senza coperture, senza servizi, scomodi, spesso e volentieri inutili per gli addetti ai lavori del mondo giornalistico che non riescono a lavorare per mancanza di wi-fi o qualsivoglia connessioni internet. Gli esempi tedeschi, inglesi, ora anche francesi (ultimo ma bellissimo il nuovo stadio del Nizza, dopo quello del Lille di Garcia) sembrano usciti da Star Trek in confronto ai nostri stadi (architettonicamente) matusalemme. Siamo rimasti fermi agli anni ’90 con progetti degli anni ’80. Trent’anni. Troppi.  Ma quale e quanto è lungo l’inquietante Iter? Perché, a parte la mancanza di liquidità pubblica e privata, quando si parla di “nuovo stadio” si storce tanto la bocca ? Andiamo ad analizzare il comma della Legge di Stabilità che ci interessa:

Comma 304: “Al fine di consentire, per gli impianti di cui alla lettera c) del presente comma, il più efficace utilizzo, in via non esclusiva, delle risorse del Fondo di cui al comma 303, come integrate dal medesimo comma, nonché di favorire comunque l’ammodernamento o la costruzione di impianti sportivi, con particolare riguardo alla sicurezza degli impianti e degli spettatori, attraverso la semplificazione delle procedure amministrative e la previsione di modalità innovative di finanziamento:

a) il soggetto che intende realizzare l’intervento presenta al comune interessato uno studio di fattibilità, a valere quale progetto preliminare […]e corredato di un piano economico-finanziario e dell’accordo con una o più associazioni o società sportive utilizzatrici in via prevalente. Lo studio di fattibilità non può prevedere altri tipi di intervento, salvo quelli strettamente funzionali alla fruibilità dell’impianto e al raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario dell’iniziativa e concorrenti alla valorizzazione del territorio in termini sociali, occupazionali ed economici e comunque con esclusione della realizzazione di nuovi complessi di edilizia residenziale. Il comune, previa conferenza di servizi preliminare convocata su istanza dell’interessato in ordine allo studio di fattibilità, ove ne valuti positivamente la rispondenza, dichiara, entro il termine di novanta giorni dalla presentazione dello studio medesimo, il pubblico interesse della proposta, motivando l’eventuale mancato rispetto delle priorità di cui al comma 305 ed eventualmente indicando le condizioni necessarie per ottenere i successivi atti di assenso sul progetto”

Il primo step per la società giallorossa sarà quindi quello di presentare ufficialmente lo “Studio di Fattibilità” (entro 20 giorni secondo l’assessore alla riqualificazione Giovanni Caudo) al Comune di Roma con relativo “piano economico-finanziario” con l’amministrazione che entro 90 giorni, dopo aver decretato “positivo”  e di pubblico interesse il piano, deve dare l’assenso alla presentazione del progetto.

“b) sulla base dell’approvazione di cui alla lettera a), il soggetto proponente presenta al comune il progetto definitivo. Il comune, previa conferenza di servizi decisoria, alla quale sono chiamati a partecipare tutti i soggetti ordinariamente titolari di competenze in ordine al progetto presentato e che può richiedere al proponente modifiche al progetto strettamente necessarie, delibera in via definitiva sul progetto; la procedura deve concludersi entro centoventi giorni dalla presentazione del progetto. Ove il progetto comporti atti di competenza regionale, la conferenza di servizi è convocata dalla regione, che delibera entro centottanta giorni dalla presentazione del progetto. Il provvedimento finale sostituisce ogni autorizzazione o permesso comunque denominato necessario alla realizzazione dell’opera e determina la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell’opera medesima”.

La Roma, a questo punto, dopo aver avuto l’assenso dal Comune allo “Studio di Fattibilità”, dovrà presentare il progetto definitivo. Dopo la presentazione dello stesso, il Comune avrà altri 120 giorni per deliberare il via libera sul progetto oppure entro entro 180 giorni “ove il progetto comporti atti di competenza regionale”.

“c) in caso di superamento dei termini di cui alle lettere a) e b), relativamente agli impianti omologati per un numero di posti pari o superiore a 500 al coperto o a 2.000 allo scoperto, il Presidente del Consiglio dei ministri, su istanza del soggetto proponente, assegna all’ente interessato trenta giorni per adottare i provvedimenti necessari; decorso inutilmente tale termine, il presidente della regione interessata nomina un commissario con il compito di adottare, entro il termine di sessanta giorni, sentito il comune interessato, i provvedimenti necessari. Relativamente agli impianti omologati per un numero di posti pari o superiore a 4.000 al coperto e 20.000 allo scoperto, decorso infruttuosamente l’ulteriore termine di trenta giorni concesso all’ente territoriale, il Consiglio dei ministri, al quale è invitato a partecipare il presidente della regione interessata, previo parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici, da esprimere entro trenta giorni dalla richiesta, adotta, entro il termine di sessanta giorni, i provvedimenti necessari”.

Una volta superati gli “esami” A e B, il presidente del Consiglio dei ministri assegnerà alla stessa società giallorossa 30 giorni per adottare i provvedimenti necessari alla costruzione dello stadio.

[…]

Marino, Pallotta, Parnasi e Meis, molto ottimisticamente, hanno parlato di 2017. Stima ottimistica, molto. Ma quando verrà poggiata a terra la prima pietra, allora sì che potremo dire che la Roma si trasferirà nella sua nuova casa.

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Giovanni Parisi

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