Nuovo appuntamento per la rubrica di GazzettaGiallorossa.it, che si sofferma su quanto fatto nel corso dei 90 minuti di gioco, sottolineando positivamente e non, le migliori azioni e giocate messe in scena sul rettangolo verde.
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Didier Gervè. E’ sempre lui il mattatore di serata con la doppietta che stende i partenopei. In occasione del secondo gol mostra anche freddezza davanti a Reina, non fallendo con un potente destro la palla-match e concretizzando una perfetta azione orchestrata da Florenzi. Le squadre avversarie non sanno più come affrontarlo visto che anche se raddoppiato riesce a trovare sempre il modo di smarcarsi. Costringe Reveillere ad abbandonare il campo dopo una manciata di minuti per uno stiramento dovuto ai continui scatti per seguirlo. La pantera giallorossa.
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Strootman rompe tutto. Poderoso il sinistro del giovane capitano della nazionale olandese all’incrocio dei pali. Un tiro forte, angolato e assolutamente imparabile quello del centrocampista giallorosso per la rete del momentaneo doppio vantaggio giallorosso a scandire di riflesso la solita partita fatta di tanta sostanza quanto qualità. Toccato duro sul ginocchio già acciaccato stringe i denti e gioca nonostante tutto gli interi novanta minuti di gioco. La metto lì che è sgonfia.
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Che palla Capitano. Sul gol che sblocca la partita siglato in nobile stile da Gervinho, gran parte del merito va alla giocata sontuosa del numero 10 romanista, capace di galleggiare tra le linee, togliere un tempo di gioco e lanciare in porta proprio la gazzella africana brava nello scavalcare l’estremo ospite Reina con uno intelligente scavetto e depositare in rete a porta sguarnita per il vantaggio giallorosso. Eloquenti in tal senso le parole del tecnico Garcia all’indirizzo della sua panchina al momento della rete: “Solo lui sa fare cose di questo genere”. Unique.
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Ljajic e Castan. Le due note meno liete della semifinale d’andata di Coppa Italia sono certamente loro (considerando esclusivamente i giocatori di movimento). Il primo emerge solo con un paio di tiri nella ripresa, dopo aver passato troppo tempo ad incaponirsi con futili dribbling; il secondo si lascia ipnotizzare da Mertens nell’azione del 2-2 e colleziona imperfezioni non abituali nella sua sontuosa stagione. Entrambi possono e devono fare di più. Incontentabili.
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Razzo dalla curva napoletana e cori infelici dalla Sud. Prima il lancio di un razzo dalla porzione di spazio occupata dai tifosi partenopei, giunti in 700 unità allo stadio Olimpico, con il conseguente rinvio al mittente da parte dei supporters di casa. Poi il coro discriminatorio territoriale da parte degli stessi tifosi romanisti nei riguardi dei fan napoletani con sicura squalifica del settore di casa vista la diffida che già pendeva come una spada di Damocle sul collo dei giallorossi.
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Che papera De Sanctis. L’estremo difensore romanista la combina grossa per la rete che accorcia le distanze in apertura di secondo tempo e getta quell’alone tipico della più classica nuvola fantozziana che si rispetti sulle spalle della squadra guidata da Garcia. La deviazione di Benatia c’è, ma non può essere questa usata come scusante per una mancata presa che ad essere onesti ha del comico. Rende pan per focaccia al regalo di natale di Napoli-Roma 1-3: innocuo cross dalla sinistra da parte di Lamela e autogol incredibile dell’allora portiere del Napoli. Vecchi difetti.
A cura di Papi&Piccinini