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GAZZETTA DELLO SPORT Addio all’ultimo fratello Panini, dinastia delle figurine

La rovesciata

(S. Vernazza) – Erano quattro fratelli a Modena: Giuseppe, Franco, Benito e Umberto. Gli anni Cinquanta, il miracolo economico (quello vero). La famiglia Panini possedeva un’edicola in centro, vicino al Duomo, e sul finire del decennio ebbe l’idea giusta: le figurine dei calciatori. Il primo album uscì nel 1961 e fu subito boom, le «figu» diventarono un fenomeno di costume, una mania per grandi e bambini. «Celo manca, celo manca» la filastrocca di intere generazioni. Due giorni fa, all’età di 83 anni, è mancato Umberto, che era l’ultimo superstite dei quattro fratelli Panini.

Multinazionale Da tempo, dal 1988, l’azienda delle figurine non appartiene alla famiglia Panini. Oggi è in mano alla Fineldo Spa, finanziaria di Vittorio Merloni, e a un gruppo di manager della società che detengono una quota rilevante del capitale. E’ diventata una multinazionale, opera in Europa e nel resto del mondo, e ha diversificato i prodotti: oltre alle figurine, edita riviste e fumetti. Nel 2012 ha fatturato 637 milioni di euro in 110 Paesi. Un colosso, ma testa e cuore sono rimasti a Modena. Sede centrale in Emilia, dove tutto cominciò.

Emigrato In realtà Umberto aveva lasciato Modena prima del lancio degli album, nel 1957 era emigrato in Venezuela. Sette anni più tardi il fratello Giuseppe, preso atto del travolgente successo delle «figu», lo richiamò a casa: «Torna in Italia, guarda che l’America è qui da noi». Ex meccanico della Maserati, Umberto si dedicò alla parte tecnica, brevettò la «Fifimatic», macchina che fece impennare il fatturato. Quando la ditta di famiglia venne venduta, avviò «Hombre», azienda agroalimentare che produce un Parmigiano-Reggiano a filiera biologica. Era un collezionista di auto e moto d’epoca.

Vita avventurosa In un’intervista del 2010 al Quotidiano Nazionale così si era raccontato Umberto Panini: «Andai in Sudamerica perché venni improvvisamente licenziato dalla Maserati: mi trovarono a parlare con una ragazza che era l’amante del caporeparto… In Venezuela iniziai a lavorare nei pozzi petroliferi. Giravo in motorino, ero felice. Mio fratello Giuseppe però insisteva, voleva che tornassi per costruire la macchina delle figurine ».Umberto rientrò e inventò la «Fifimatic», che miscelava le «figu» e le imbustava nei pacchetti. Nel 1961 la prima figurina stampata fu quella di Bruno «Maciste» Bolchi dell’Inter e sulla copertina dell’album c’era Nils Liedholm del Milan. La «figu» del mitico portiere Pizzaballa è stata la più rara, praticamente introvabile. Con Umberto se ne va l’ultimo dei quattro fondatori. Questo album è finito, purtroppo.

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