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REPUBBLICA.IT Arbitri ed errori: in Italia fanno tutti le vittime. E quando ci guadagnano fanno finta di nulla…

Luca Banti

Non sono malato di tifo calcistico, ma mi interesso di molti dei suoi aspetti. Alcuni dei quali seri, altri simpatici, altri preoccupanti, altri comici. Fra questi aspetti – decidete voi in quale dei quattro collocarlo – c’è anche il complottismo. Più o meno comune a tutti. Il bel record della Roma completato con il pareggio di Torino – mica una secca sconfitta, un pareggio – ha già scatenato malumori e prospettato “complotti”. Qualche burlone minaccia pure il classico sit-in sotto la sede della Federcalcio, così per farsi urlare giustamente da quelli bloccati nel traffico “ma andate a lavorare!” Il tutto perché l’arbitro di Torino-Roma ha preso qualche topica. Come del resto quest’anno è capitato spesso, ora a favore di questo ora di quello (Juventus, Napoli, etc).

E’ toccato ovviamente anche alla Roma goderne in favore, che però mica se ne è lamentata, e anzi ne ha incassato il quantum. Le classifiche riscritte in base agli errori poi mi attraggono quanto Bologna-Chievo.
Non ho il tabù degli arbitri e degli arbitraggi, parlo senza problemi degli errori, gioco molto allegramente con i “favorini” e con gli “aiutini”, proprio perché tutti nel calcio fanno benissimo il ruolo della vittima ma nessuno vuol sentirsi dire di aver avuto pure lui la spintarella. Detto questo lì finisce, è un gioco. Il calcio è uno sport dove ci sono solo vittime, non ho mai visto qualcuno che rifiuta rigori ingiusti o fa uscire un proprio giocatore per equilibrare l’espulsione ingiusta di un avversario. E del resto è sport se si accettano anche gli errori, cercare di porvi rimedio in proprio non è più sport.
Capisco che è dura ma siamo seri, se potete…

Fonte: repubblica.it

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