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GAZZETTA DELLO SPORT Ljajic alla Montella tra gol e panchine

Ljajic

(C.Zucchelli) La scorsa stagione di questi tempi Adem Ljajic aveva segnato appena un gol, quello del 28 ottobre contro la Lazio. Di lui però si diceva che, grazie alla cura Montella, presto sarebbe diventato decisivo e devastante. Pronostici avverati, visto che poi, nel 2013, Ljajic ha cominciato a segnare a febbraio e fino a maggio non si è fermato più. Adesso, che di gol ne ha fatti già tre, di lui qualcuno racconta che sia in crisi, schiacciato dalla concorrenza — Gervinho e Florenzi — e da una situazione fisica non ottimale. Detto che ieri non si è allenato per via di un affaticamento muscolare e che in queste settimane ha dovuto combattere con un fastidioso mal di schiena (ormai guarito grazie a una terapia specifica), c’è una certezza che filtra da Trigoria e dall’entourage stesso del calciatore: Ljajic non è in crisi.

DELUSO Lui stesso è il primo ad essere deluso per il pareggio contro il Sassuolo e per le occasioni fallite ma Garcia, da bravo allenatore e fine psicologo, gli ha fatto i complimenti per essersele comunque create. Adesso Ljajic deve ricordarsi di essere più freddo e cinico davanti al portiere, aspetto che anche Montella nei mesi scorsi gli faceva sempre notare: «Con un talento come il suo, in grado di segnare da vicino e da lontano, col destro e col sinistro, su azione e calcio da fermo, non diventare continuo sarebbe quasi un delitto», disse l’allenatore viola.

FIDUCIA  A Trigoria, a partire da Garcia, non c’è nessuno che non creda in lui. Due anni fa Lamela per arrivare a tre gol in campionato dovette aspettare la primavera: ruoli diversi, squadre diverse, allenatori opposti, ma stesso talento, quello dei due giocatori che si sono passati la maglia numero 8. Ljajic, arrivato quasi a sorpresa gli ultimi giorni di mercato dopo un’estate tormentata, ha riacquistato fiducia in se stesso e anche se vorrebbe giocare sempre (come logico, soprattutto a 22 anni) ha imparato ad accettare, a volte col sorriso altre meno, le panchine. E in fondo ha già messo insieme 9 presenze ed è il vice-capocannoniere della squadra.

LA NAZIONALE La sua fortuna, almeno in questo momento, è anche quella di non venire convocato dalla Serbia e questo gli consente di allenarsi e lavorare a Trigoria praticamente ogni giorno. In cuor suo, Adem, escluso dalla nazionale per non aver cantano l’inno, tifa per Mihajlovic alla Sampdoria, accordo che potrebbe aprirgli di nuovo le porte della selezione del suo paese. Per crescere ha bisogno di un palcoscenico internazionale e lo sa bene anche la Roma che, pur soddisfatta da questo suo inizio di stagione, aspetta l’esplosione definitiva. Una chiave in più per rimanere in vetta. E magari Ljajic potrebbe ispirarsi proprio a Montella, il bomber di scorta che non amava la panchina ma fu lo stesso decisivo per lo scudetto.

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