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IL ROMANISTA Contucci: “Laziale burino è discriminazione?”

Curva Sud Roma

(P.A.Coletti) – Dopo la decisione del Giudice Sportivo di chiudere San Siro dopo i cori dei milanisti contro i napoletani, il mondo del calcio si interroga sulla norma che uniforma la discriminazione territoriale a quella razziale. «È necessario chiarire il prima possibile cosa si intende per discriminazione territoriale. Ci devono dire cosa si può e cosa non si può più dire». Così l’avvocato penalista Lorenzo Contucci, vice-presidente di MyRoma e storico tifoso giallorosso, ha commentato a Il Romanista la controversa norma che rischia di investire anche la Roma. Infatti in caso di cori discriminatori durante Roma-Napoli del prossimo 18 ottobre lo stadio Olimpico potrebbe essere chiuso al pubblico.

Avvocato, qual è la sua opinione in merito all’applicazione della norma sulla discriminazione territoriale? 

Ci tengo a precisare che parlo a titolo personale. Credo di essere abbastanza equilibrato se dico che in assenza di parametri certi si stia esagerando. O si dice apertamente e chiaramente cosa significa e cosa si intende per discriminazione territoriale, e allora si sa quali sono i paletti che non possono essere superati, o, se non si ha questa certezza, si rischia di arrivare a delle situazioni assurde a seconda di chi è l’ispettore della Lega che si trova in campo. Faccio un esempio: se io faccio uno striscione con scritto “laziale burino” è discriminazione territoriale perché per burino si intende magari una persona che viene dai campi e che non è residente a Roma? Se così è, allora posso dire che qualcosa che fa si che la discrezionalità sia assoluta. Senza considerare che tutto questo dà un enorme potere a chi vuole chiudere uno stadio. È sufficiente che un centinaio di persone, come accaduto a Torino con i tifosi del Milan, facciano un coro discriminatorio che a quel punto pagano 50 mila che non hanno nulla a che fareconquei100. E ci rimettono anche le società da un punto di vista d’immagine ed economico. Io credo si stia veramente esagerando. Perché poi da cosa nasce cosa. In futuro non si potrà neanche più dire “arbitro cornuto” perché è una discriminazione nei confronti delle donne che vogliono andare giustamente a letto con altri che non siano il marito? Si potrà dire “arbitro panzone” o “Lorenzo Contucci pelato”?

Il presidente del Coni Malagò ha detto che è necessario uniformarsi alle disposizioni dell’Uefa mentre Abete ha proposto di riflettere sulle modalità applicative della norma. 

Capisco l’imbarazzo di questi organisimi. Del resto ci sono delle indicazioni che dovrebbero tenere conto delle diversità dei paesi europei. L’Italia è nazione da 160 anni, l’Inghilterra da più di 500. Determinati campanilismi sono duri a morire. D’altronde simili insulti si ascoltano anche da parte di esponenti del partito denominato Lega Nord che ha avuto il suo attuale presidente come Ministro dell’Interno, è questo il vero problema. Si parte sempre dagli stadi e dagli strati popolari quando noi abbiamo un partito che fa della discriminazione territoriale uno slogan. Bisognerebbe fare pulizia nel parlamento italiano prima che nelle curve.

Che soluzioni possono proporre le associazioni dei tifosi? 

Come associazione penso che dovremmo riuscire a capire cosa si intenda per discriminazione. Da tifoso della Roma sono certo che io il prossimo anno non mi farò l’abbonamento. Nel momento in cui la politica è quella di chiudere le curve e chiudere gli stadi, e io non ho alcun potere di controllo su tutto questo, l’unica soluzione è non abbonarsi. Anche perché se io mi abbono, abbiamo visto che se chiudono la curva io non posso comprare il biglietto in un altro settore.

La Curva Nord dell’Inter ha invitato tutti gli ultrà ad azioni congiunte per far chiudere tutti gli stadi. 

È una provocazione. Basterebbe riflettere su questo: se tutte quante le curve dovessero raccogliere l’invito dellaCurva Nord dell’Inter, noi avremo nel giro di due settimane tutti gli stadi chiusi. Non so se questo è il modo per sconfiggere il calcio moderno…

Il 18 ottobre c’è Roma-Napoli. In caso di cori discriminatori la Roma rischia la chiusura dell’Olimpico.

Abbiamo visto che bastano 100 persone quindi è impossibile controllarne 40 mila. Per quanto mi riguarda, facessero come credono. Se accade, chiuderanno probabilmente lo stadio. Roma-Napoli è sempre stata una partita connotata da una verbosità particolare. Questi rimedi eccessivi sembrano che valgano soltanto contro Napoli, perché quando a Milano dicono “romano bastardo” nessuno dice niente. È lì che è necessario che si abbia un chiarimento su cosa è discriminatorio e cosa no. Io ritengo che almeno tra tifoserie di curva queste forme di insulto sia paradossalmente accettata. Io non mi offendo se a Milano mi dicono “romano bastardo”.Chi vive lo stadio in un certo modo non si offende di fronte a certi insulti. A me preoccupa quando “romano bastardo” me lo dice il presidente di un partito politico.

 

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