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CORRIERE DELLO SPORT Campione che non ha più confini

Totti

(M. Marani) – Patrick Urbini, nel suo blog su France Football, lo aveva definito due settimane fa il “giocatore eterno”. Ieri è arrivato il sito del Guardian, una delle più autorevoli testate al mondo, a fissare una volta di più la grandezza e il ruolo di Francesco Totti nel calcio contemporaneo.  «Il suo genio fa ancora effetto» , ha scritto Sean Ingle. (…)

(…) Ha abbattuto le barriere, Francesco. Campione global, anzi “glocal” per dirla con lessico moderno. Globale nello spessore del gioco, locale nell’amore del suo popolo, qualcosa in più di una semplice tifoseria. E’ riuscito da solo a realizzare il sogno di ogni azienda mondiale e non è un caso che Nike, come riportava ieri questo giornale, sia giustamente interessata a riportarlo con sé dopo parecchie stagioni. Altra dimostrazione di status universale, ma con piedi ben piantati nel territorio. A 37 anni, quando qualche ex compagno già allena e tutti gli altri hanno comunque smesso di giocare, Francesco ha spazzato via – dall’alto dei 230 gol in Serie A e di una forza impressionante – l’ultimo pregiudizio: essere grande per una sola città. Glielo hanno sempre rimproverato, fino allo sfinimento. Troppo attaccato alle radici. Privo del coraggio di spezzare il cordone ombelicale che lo lega alla sua gente e alla sua famiglia. Non capendo che lì, nell’equilibrio umano e sentimentale, sta il segreto di una longevità straordinaria. (…)

Per quelli del nord Italia è sempre stato il Pupone, detto ovviamente con malcelata ironia. Uno che fuori dal Grande raccordo anulare non avrebbe mai lasciato traccia, uno che preferiva le radio romane alla Cnn e uno scudetto giallorosso a un Mondiale. Posizione che lo ha escluso anche dal grande dibattito internazionale, con la sventura di non avere mai frequentato molto le Coppe europee e di non avere avuto un rapporto con la Nazionale paragonabile a quello avuto da Roberto Baggio. Se sei bandiera della Roma e non di Juve, Inter e Milan, lo sdoganamento internazionale è molto più lento. Eppure nel 2006 un certo Pelé lo aveva indicato come il migliore calciatore al mondo. Per i dubbiosi, lo fece a Davos. Oggi, in ritardo su ogni tabella, Totti inizia a incassare i meritati apprezzamenti, i giusti attestati. Anche dalla stampa spagnola, con Marca e As incantate dalla sua sopraffina classe. Lo stop forzato constatato ieri, peggiore notizia possibile per Rudi Garcia, comparirà questa mattina su tutti i giornali d’Europa, una delle ultime cose che riusciamo a esportare insieme alle mattane di Balotelli e a qualche scandalo. A suo modo, è un altro successo. Che Dio ci conservi a lungo uno così.

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