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CORRIERE DELLA SERA Strootman, Gervinho, Benatia: cosìil trio ha cambiato la Roma

Benatia festeggiato da Castan e De Rossi

(G. Piacentini) Rudi Garcia ha riportato la normalità e un po’ di sano equilibrio, dentro e fuori dal campo, che si era perso con i suoi predecessori. De Sanctis e Maicon hanno dato l’esperienza e la maturità dovuti alla loro lunga e prestigiosa carriera. Sicuramente buona parte del merito della rinascita della Roma può attribuirsi a loro, ma non solo. Rispetto allo scorso anno, infatti, sono arrivati altri tre giocatori, uno per reparto, che hanno cambiato faccia alla formazione giallorossa e i cui acquisti hanno rischiato di passare in secondo piano davanti alle cessioni eccellenti di Marquinhos, Lamela e Osvaldo: si tratta di Mehdi Benatia, Kevin Strootman e Gervais Yao Kouassi, cioè Gervinho.

Tre colpi ben assestati da Walter Sabatini, che ha speso tanto (oltre 40 milioni) per strapparli alla concorrenza, ma che erano stati accolti con un bel po’ di scetticismo. E invece sono bastate poche apparizioni per fugare tutti i dubbi e per dare ragione al direttore sportivo. Di Benatia si diceva che era stato pagato troppo – 13.5 milioni, di cui 10 in contanti più la metà dei cartellini di Verre e Nico Lopez – e che con Castan non formava una coppia ben assortita. Il franco marocchino ci ha messo poco tempo per smentire entrambe le affermazioni: oggi il suo valore di mercato è già superiore a quello della scorsa estate, e al suo fianco anche Castan sembra essere tornato quello che si era imposto in Brasile e che lo scorso anno si è visto a tratti. I due gol contro la Sampdoria e il Bologna sono solo una (importante) aggiunta al suo lavoro, che rimane quello di non far segnare gli avversari e che gli sta riuscendo alla perfezione.

Quando, l’estate scorsa, alcuni dirigenti della Roma hanno letto sui giornali il nome di Kevin Strootman, pare che non l’abbiano presa troppo bene. Non perché non fosse un obiettivo giallorosso, tutto il contrario. La trattativa col Psv era in fase avanzata e la paura di un’intromissione per quello che era considerato un calciatore superiore al livello di quella Roma lì, era forte. Quando Pallotta parlava di «top player», si riferiva proprio al centrocampista che a soli 23 anni è stato il più giovane capitano ed è un perno fondamentale della nazionale olandese. Lo stesso percorso, fascia a parte perché alla Roma la fila è già troppo lunga, lo sta ripercorrendo in giallorosso. Con lui al fianco di De Rossi e Pjanic, il centrocampo romanista si può considerare tra i più forti e completi in Italia, al pari di quello della Juventus.

Gervinho è stata la scommessa vinta di Garcia, che si è impuntato per averlo. Sabatini ha candidamente ammesso che se fosse dipeso da lui non lo avrebbe mai preso dall’Arsenal, che non lo rimpiange ma che per cederlo ha preteso 8 milioni più bonus. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: gol (già 3 in campionato), assist e soprattutto quella capacità di saltare l’uomo che nel campionato italiano fa la differenza. E che sta regalando gioie a ripetizione ai tifosi giallorossi, con buona pace di quelli dei Gunners.

 

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