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CORRIERE DELLA SERA Garcia trova la sintesi tra Zeman e il resto del calcio

Rudi Garcia

(M. Sconcerti) – La strana Roma di Garcia tiene in scacco il campionato che non ha ancora capito come affrontarla. Gli avversari finora l’hanno quasi sempre aspettata, mai attaccata, deboli di una differenza tecnica di fondo, ma la Roma ha qualcosa di più importante. Gioca con una leggerezza dimenticata, ha qualità che si sparge sul campo come polvere. Non ha un attaccante di ruolo, gioca da squadra accelerando gli ultimi due passaggi e mandando in porta tutti. Conosco la città e il pericolo di queste situazioni, ma sono i dati a spiegare la salute delle cose. La Roma ha segnato tre volte (almeno) tre gol e tre volte due, ha fatto diventare un evento ramingo la rete subìta da Biabiany a Parma. Tiene fuori Lijaic, tiene fuori Borriello, non ha ancora Destro, manda in gol perfino Gervinho, è spinta dalla eccezionalità di Totti. È davvero una bella squadra. Garcia sembra aver trovato una sintesi tra Zeman e il resto del calcio. Non so cosa farà alla fine, non si può vivere di pronostici, è giusto anche commentare ogni tanto quello che si vede. La Roma oggi è meritatamente in testa, spinta da un clima e da un calendario favorevoli, ma anche da basi tecniche solide. Alle sue spalle la Juve cerca ancora fino in fondo se stessa.

Difficile discutere una squadra che continua a vincere, ma resta sempre qualcosa di sospeso. Quattro vittorie su 6 sono state ottenute con il minimo scarto (l’anno scorso nessuna), manda in porta meno giocatori, subisce qualche rete in più, ha avuto il vantaggio di due errori arbitrali importanti a distanza di pochi giorni. Discutere un errore non significa discutere l’onestà di un’organizzazione, avrà episodi contro anche la Juve. Non mi interessano i ricorsi dei tifosi, le loro leggi di contrappeso; penso all’evidenza di uno sbaglio arbitrale che pesa come quello di un centravanti, di cui infatti si discute sempre. I due errori stavolta hanno contribuito a coprire una difficoltà finale della Juve, a confermare le piccole salite sparse nel suo lusso. Non sono stati falli di gioco, opinioni: sono stati errori decisivi. Di questo bisogna pur tener conto, piaccia o non piaccia. Detto che il Torino è un buon avversario e marcava Pogba a uomo, resta la visione di una Juve faticosa, stavolta nemmeno prodiga di occasioni come altre volte. È una Juve che aspetta un colpo dei suoi campioni. In questo il ritmo e la classe morbida di Pogba stanno influenzando moltissimo. È come se la Juve andasse alla velocità che chiede il ragazzo, che si fermasse ad aspettarlo. Non contropiede, non aggressività, ma superiorità naturale da trovare poco alla volta. Lo stesso Tevez, la sua immediata condizione, hanno aiutato questo cambiamento. La Juve per la prima volta sembra assuefarsi ai suoi campioni, non viceversa. L’Inter paga a Trieste quel po’ di fortuna avuta contro la Fiorentina. È stata a tratti la sua miglior partita. A me sembrano un ottimo lavoro i suoi punti, più ancora il progetto di gioco insistente che va avanti giornata dopo giornata. Il resto è però un campionato in salita per tutti, dove si perdono punti quasi solo negli scontri diretti.

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