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GAZZETTA DELLO SPORT Centrocampo perfetto? Garcia studia le mosse

Strootman

(M. Calabresi) – È il gioco dell’estate. Iniziato tra le montagne, e chissà se finirà dall’altra parte del mondo, quando finalmente Rudi Garcia potrà avere tutti a disposizione e provare la Roma a suo piacimento. Il gioco si potrebbe chiamare «trova il regista »: almeno tre i candidati possibili, e non è detto che a vincerlo sia soltanto uno. Riassunto delle puntate precedenti: a Riscone, nella prima Roma della sua vita, Garcia prova Pjanic, con discreti benefici non tanto per l’inutile risultato quanto per la bella prova del bosniaco. Sempre in Alto Adige, con il Bursaspor, il francese decide di far fare il playmaker a Jedvaj, uno che nasce difensore centrale o, al massimo terzino. Risultati poco soddisfacenti, a differenza di quelli ottenuti col solito Pjanic, schierato lì nella ripresa.

Variabile De Rossi Tutto farebbe pensare a un dubbio risolto ancor prima di nascere. Non fosse che Garcia, a fine partita, prende il microfono: «In quella posizione, bisogna essere bravi a impostare e a non perdere palla. De Rossi sa fare entrambe le cose». In poche parole, De Rossi (il cui polpaccio destro con il tackle disegnato è stato inserito dal Sun nella gallery dei tatuaggi più particolari dei calciatori) è il regista perfetto per la sua idea di Roma. Ultima puntata, venerdì a Salonicco: Roma col 4-3-3 mascherato da 4-2-3-1, in mezzo ancora Pjanic e l’esordiente Strootman. L’olandese (sul cui conto, Van Basten dice: «Darà sostanza alla manovra della Roma») si abbassa quasi sulla linea dei difensori per farsi dare il pallone e imposta (bene), ma non si schioda dalla metà campo. Da lì in poi ci pensa Pjanic, uno che non si fa problemi a buttarsi nella difesa avversaria. Presto lo farà anche Strootman (al Psv era uno dei suoi punti di forza), ma lo farà anche De Rossi, nonostante dei tre sia quello con meno caratteristiche di inserimento. Miralem (ieri a Milano per motivi burocratici), Daniele e Kevin, tanto diversi quanto simili. 

Si muovono tutti L’indicazione che ha dato l’amichevole con l’Aris è quella di una Roma in cui nessuno sta fermo. Centrocampisti e attaccanti si scambiano posizione, entrano ed escono dalle loro linee e si mescolano in un megareparto da sei giocatori, per non dare punti di riferimento: proprio come ha chiesto Garcia dal primo giorno. Allora, perché non ipotizzare una Roma con Pjanic, De Rossi e Strootman che a turno fanno i registi e gli intermedi? Possibile, ma con un rovescio della medaglia: Garcia, quando in America li avrà tutti e tre, potrebbe accorgersi (con Florenzi, Bradley e Marquinho alle spalle) di avere un’abbondanza tale da acconsentire a una cessione in quel reparto, qualora servisse reperire soldi per un ultimo acquisto nel caso non si riuscisse a piazzare Osvaldo, o si decidesse di non piazzarlo proprio. Se il bilancio andrà chiuso in attivo, servirà un sacrificio in mezzo al campo. E addio gioco dell’estate.

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