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CORRIERE DELLO SPORT Calcio Totale generazione 2.0

Strootman

(F. Zara) Premesso che per sapere fare qualcosa bisogna immaginare di fare tutto; si dice qui che Kevin Strootman è figlio di un’utopia che molto (e molti) illuse e che ha avuto il merito di vedere germogliare i suoi semi anche a tanti anni di distanza. Il Calcio Totale, l’Olanda, gli anni ‘70, Cruijff e Neeskens, Krol e Resenbrink. Generazione di fuoriclasse per una delle più riuscite rivoluzioni del nostro pianeta pallonaro. Un’onda, un ciclone, una folata improvvisa di vento: l’Arancia Meccanica. Roba da togliere il fiato. Atletismo spinto, forza fisica straripante come premessa della superiorità tattica: erano ovunque, quelli, conquistavano – spostandosi come un esercito rapidissimo – terre fino ad allora sconosciute. Non giocavano solo a calcio. (…)

IL FILO ORANGE – Appunto: bisogna partire da quell’idea lì per inquadrare Kevin Strootman, 23 anni compiuti a febbraio, centrocampista universale che in una immaginaria discendenza generazionale – quarant’anni dopo la più bella Olanda di sempre – rappresenta il punto di un arrivo di un processo partito da molto lontano, una sorta di evoluzione della specie che ha fatto di questo ragazzo un esempio di replicante 2.0, un giocatore perfetto per questi tempi da due tocchi e via. (…)

Mancino taglia e cuci, meneur de jeu davanti alla difesa (eppure nasce come trequartista), ma anche esterno di centrocampo in un ipotetico 4-3-3, puntuale e mai banale nel fraseggio, dotato di un discreto lancio, l’assist nel suo repertorio (20 nel biennio al Psv), la capacità di azzannare (con moderazione) le caviglie avversarie (mica per niente il paragone più frequente in queste ore è quello con l’ex milanista Van Bommel); Strootman è la dimostrazione che in Europa (Italia esclusa) se ci sai fare non stanno lì a disquisire sulla carta di identità: a 18 anni ha esordito con lo Sparta Rotterdam nella B olandese, un anno e mezzo dopo era al Psv (curiosità: con lui pure Mertens, oggi al Napoli, passò da Utrecht a Eindovhen), a 20 ha debuttato con l’Olanda del dopo-Mondiale sudafricano in una amichevole contro l’Austria, a 22 il nuovo ct Louis Van Gaal l’ha preso da parte e gli ha detto: il capitano sei tu. (…)

PREDESTINATO – La personalità (in campo) non gli manca. L’aveva cercato il Tottenham, lo voleva il Manchester Utd. Sir Alex Ferguson, soltanto un anno fa, l’aveva inserito nella lista dei giovani più promettenti d’Europa. Come tutti gli olandesi di talento, anche Kevin ha capito che il suo apprendistato in patria era finito, concluso, inutile andare avanti: quello che doveva imparare l’ha imparato. L’Olanda – per chi ci nasce e ci cresce – è un trampolino, mai un approdo. L’ex ct dell’Olanda, Bert Van Marwijk, che l’ha lanciato in orbita internazionale, ha detto di lui: « E’ un mix tra De Jong e Van der Vaart ». La prima qualità? Il riciclaggio di palloni. Sempre Van Marwijk: « Gli dai un pallone sporco e lui te lo restituisce pulito ». La seconda qualità? La lettura del gioco. E’ svelto nel comprendere dove tira il vento. La terza qualità? E’ prudente. Dosa, non osa. (…)

 

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