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IL SALVAGENTE Di Paolo Marcacci


C’è un parere, sentito più volte in questi giorni, che testimonia per l’ennesima occasione come Roma sia una città unica, per certi versi invidiabile, per altri assurda. Ma unica, su questo non c’è dubbio. “A me Garcia m’è piaciuto…” si sente echeggiare nei bar, nelle radio, forse anche in più d’una redazione…
Ha detto cose sconvolgenti? Ha usato toni da capopopolo? Ha svelato particolari segreti circa le sue alchimie tattiche o sulla gerarchia interna allo spogliatoio? Niente di tutto questo: si è limitato, col suo accento accattivante e con la bella faccia (con tanto di capelliana mascella volitiva) da attore di pellicole ambientate a Parigi, a rispondere con qualche slogan azzeccato, con monosillabi al tempo giusto e con la dichiarazione che Totti e De Rossi sono giocatori importanti. Senza peraltro dire nulla sulla situazione contingente di quest’ultimo, nonostante dal Brasile rimbalzassero proprio in quelle ore sfoghi e malumori. Su quest’ultimo punto c’è da supporre che il tecnico transalpino sia stato indottrinato ad arte da Sabatini e del resto era il meno adatto a dire alcunché sulla situazione di De Rossi. Bisogna anche aggiungere che lo stesso Sabatini non ha rilasciato alcuna dichiarazione sulla questione, adducendo come motivazione il fatto che l’attenzione doveva essere monopolizzata dall’arrivo e dalla presentazione (la prima su suolo italiano, per la precisione) di Garcia. Ma questa è un’altra storia, della quale abbiamo il sospetto di conoscere già l’epilogo e che sia solo una questione di cifre e convenienze.
Tornando al nuovo allenatore della Roma e al perché si sono moltiplicati i “M’è piaciuto…” un po’ come i “Mi piace” sulle bacheche di Facebook, ha anche precisato che per vincere in Italia bisogna partire dalla fase difensiva, che è un po’ come venirci a raccontare che pomodoro e basilico stanno bene insieme o che non è consigliabile prendere il raccordo contromano.
Sia chiaro: Garcia nemmeno a noi è dispiaciuto: si presenta bene, resta sulle sue, sembra aver voglia di propagandare una spiccata cultura del lavoro. Addirittura si è vociferato di tre doppie sedute a settimana, come a dire che Zeman al confronto era Nonna Papera…Vedremo. Il fatto è che dal non esserci dispiaciuto al dire decisamente che ci è proprio piaciuto ce ne corre abbastanza e francamente non crediamo faccia bene a Garcia, soprattutto perché ha parlato di partenze un po’ “diesel” delle sue squadre…
In tutto questo, mi torna in mente un commento lasciatomi sulla bacheca di Facebook da un amico, qualche sera fa: si ironizzava sulla probabile, poi smentita, fuga di Capello dalla Russia, direzione Parigi. Con desolazione, l’amico chiedeva lapidario: “Ma noi quanto siamo lontani da questi club?”.

PAOLO MARCACCI

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