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IL ROMANISTA De Rossi, portaci a Rio

De Rossi in Nazionale

(V. Meta) – Uno contro tutti, anzi no. Uno con tutti. In ogni caso unico. Quando ha cominciato a frequentare la Nazionale maggiore, Daniele De Rossiaveva il solo Ivan Pelizzoli a fargli compagnia da Roma, ma solo un paio d’anni più tardi si sarebbe trovato a far parte della più folta comitiva giallorossa a Coverciano, quella dei magnifici cinque convocati da Donadoni nel settembre 2007.

Oggi che tocca quota 95 presenze in azzurro si ritrova l’unico romanista dell’Italia di Prandelli e anche l’unico degli undici titolari in campo questa sera a Praga contro la Repubblica Ceca (calcio d’inizio alle 20.45, diretta su Raiuno) a stare fuori dal maxi blocco rosso-bianconero. Un infiltrato ma tutt’altro che un intruso, se è vero che il ct conta su di lui per centrare già questa sera l’aritmetica qualificazione al Mondiale brasiliano: per riuscirci l’Italia ha a disposizione due risultati su tre e l’auspicio generale nel clan azzurro è di partire per la Confederations Cup domenica con il biglietto per i Mondiali già in tasca. Sarebbe piaciuta al praghese Kafka, questa unicità vestita di solitudine.

D’altra parte, Daniele stesso l’ha detto tante volte: una cosa è Roma, un’altra tutto il resto. Inutile pretendere che possano somigliarsi.Considerazioni attuali anche adesso che a Coverciano non è passato giorno senza che qualcuno, compagni o ct, abbia parlato di lui in riferimento a un ipotetico addio alla Roma. De Rossi finora non ha mai parlato, anzi. I cinque giorni di lavoro al centro tecnico li ha passati facendo vita un po’ a parte, standosene soprattutto con gli amici storici in azzurro Gigi Buffon e Andrea Pirlo. Però ha voglia di giocare, in Nazionale si esalta fin dalla prima volta che vi ha messo piede ormai quasi nove anni fa e quest’anno le cose migliori le ha fatte vedere con la maglia azzurra. «Perché qui non gli chiediamo cose che non sa fare» ha spiegato il ct con una frase non proprio felicissima.

Lui ha preferito correre. La settimana di riposo concessagli dopo la batosta di Coppa Italia è stata utile quantomeno a ricaricare le batterie in vista di quest’appendice di stagione che potrebbe regalargli qualche soddisfazione, in attesa di tornare in Brasile tra un anno per giocare il suo terzo Mondiale.Stasera intanto si riprende una maglia nel centrocampo tornato a rombo: giocherà interno a destra, con l’amico Pirlo vertice basso, Marchisio dalla parte opposta e Montolivo avanzato sulla trequarti. Per il resto, Prandelli confermerà l’unidici provato negli ultimi allenamenti, difesa con Abate e Chiellini terzini e Bonucci e Barzagli centrali, in avanti coppia d’attacco tutta rossonera con Balotelli e il recuperato El Shaarawy.

Le chiacchiere sul Chelsea sono lontane così come la corte che da sempre gli fa Mourinho, la cui stima è ricambiata, per quanto Daniele abbia detto più volte che se c’è un allenatore da cui gli sarebbe piaciuto essere allenato, quello è Roberto Mancini. Non è detto che non stia per accadere.

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