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GAZZETTA DELLO SPORT De Rossi-gol: solo Balotelli segna più di lui

De Rossi Italia

( M.CECCHINI) – Un giorno, forse, avremo la sensazione di esserci svegliati da un sogno. Raccontando Daniele De Rossi perderemo per strada tanto scorie nevrotiche della quotidianità (le gomitate inutili, le eterne proteste) e ricorderemo tanto altro. L’esordio in Nazionale contro la Norvegia santificato dal gol – un segno del destino riservato ai più grandi – il rigore nella finale mondiale di Berlino (con postilla salace quando, dopo aver messo la palla all’incrocio, ringhiò sarcastico a Barthez: «E mo’ buttace i guanti») e infine anche questa paradossale stagione 2012-13 in cui, accantonato sentimentalmente dalla sua Roma, nella quale è stato incapace di segnare un solo gol, con 5 reti all’attivo si è trovato addirittura ad essere il cannoniere principe della Nazionale di Prandelli dopo Mario Balotelli (6).

GOLEADOR – Quel giorno in cui riapriremo gli occhi dal diluvio della retorica, scopriremo che forse De Rossi – 30 anni fra un mese – non diventerà più Capitan Futuro, non raccoglierà mai l’eredità di Totti nel cuore dei tifosi romanisti, ma sarà forse il centrocampista puro ad avere segnato più gol nella storia della Nazionale – 15 finora – visto che Adolfo Baloncieri – dall’alto dei suoi 25 centri – sembra un esponente nobilissimo di un calcio completamente diverso dall’attuale.

SPAGNA POSSIBILE – Perciò, saltato per squalifica il match col Brasile, il c.t. sa di ritrovare contro la Spagna una delle colonne su cui ha costruito la sua Italia a partire dal 2010, ricambiato da una fiducia piena e costante. Non a caso Daniele pochi giorni fa aveva detto: «In Nazionale stiamo portando avanti un’idea di gioco e ho dei compagni fantastici. Per questo è facile essere sereni». Il pensiero è corso subito a quella corte dei Borgia che è la Roma – fra sussurri e veleni – dove De Rossi è considerato un giocatore che costa troppo e non vale per quello che guadagna, tanto da trovare difficoltà nella cessione. Che è il vero obiettivo attuale della dirigenza per far cassa, sempre che Garcia non indurisca la mascella e ponga esplicitamente il veto. L’ultimo paradosso della giornata è che proprio la Spagna potrebbe accogliere il transfuga giallorosso, soprattutto adesso che Carlo Ancelotti è approdato sulla panchina del Real. Da tutto questo, però, un concetto pare brillare di luce propria: la maturità acquisita dall’azzurro. Da ragazzo, infatti, si raccontava così: «Solo nella Roma posso giocare come voglio io». Il tempo ha dimostrato che non è vero. Che anche altrove De Rossi sa essere leader assoluto, come e più che in giallorosso. Ma si sa che tagliare il cordone ombelicale è sempre esercizio doloroso e forse mai concluso.

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