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IL ROMANISTA Senza parole

Totti

(S. Romita) – Confusione totale. Nessuna lucidità. Tanta stanchezza e per assurdo, tanto fisico e tanta corsa inutile. I cervelli sono rimasti a casa. Sul divano. Con i cuscini ricamati ad uncinetto dalle fidanzate. Belli riposati per quando si rientra tra le mura domestiche dopo la doccia negli spogliatoi. Per quando – insomma – è quasi inutile averlo a disposizione. Totti? Sì Totti lo porta sempre con se ma non sempre è determinante per risolvere l’assenza totale di una squadra che doveva soltanto vincere e basta. E parliamo di un risultato che era abbastanza scontato dagli scommettitori di tutto il mondo. Sono senza parole per quello che mi è toccato vedere: arrembaggi senza idee e costrutto, alla porca puttana per intenderci.

Certo il Corini non è un coglione, con il Chievo ci è cresciuto. E ci ha fatto quello che abbiamo fatto noi a Montella. Ma il Chievo non aveva alternative. Si sa che si blinda con quanti uomini può usare, e prova una giocata della domenica (ma era martedì che va bene lo stesso) in contropiede. Pure Steve, il mio meticcio di quindici mesi, ne è consapevole. Ma Andreazzoli no. Lui si vanta di cambiar modulo a tutte le ore. Lui contro il muro mette due sfondatori come Destro e Osvaldo. Che giocano uno addosso all’altro. Uno sull’altro. Uno dietro l’altro. Come principio può anche andar bene. Ma come fine? Dopo quarantacinque minuti così non viene il dubbio che si deve allargare? Soprattutto sei i due ragazzi non capiscono che devono farsi spazio indietreggiando e venendo incontro al pallone? E noi perdiamo in casa contro un quartiere di Verona grande come piazza Navona. E noi ci dobbiamo far uscire il fiele dall’anima nel vedere Piris. Nell’attaccarci a Dodò e Castan come i “migliori” giocatori di questa partita? E ci tocca sentire che “sapevamo…”, che “il Chievo sa giocare a pallone…”, che “eccetera eccetera…”.

Ma forse sono troppo duro. Forse nel gioco ansiolitico di ieri sera infilarci anche un buon Florenzi è stato esagerato. Forse accompagnarlo con il flemmatico ingresso di Bradley è stato troppo. Pirati con le scimitarre contro una pioggia di capperi. Eravamo questi qui noi romanisti all’Olimpico. Non so neanche che cosa scrivo ma so che ha miglior senso rispetto al gioco che ho visto. Ora ci attende il Milan e poi il Napoli lo attendiamo noi. Due “partitelle” che con la finale di coppa Italia contro la Lazio fanno diventare la permanenza di Andreazzoli in giallorosso una salita impraticabile per qualunque scalatore. Ma no! Che dite!! Non me la sto prendendo affatto con lui. Sì è vero. Può sembrare. Ma è solo dovuto alla mia incazzatura. E alla sua convinzione di essere ormai baciato dalla fortuna. All’Olimpico lui, io, la Roma, non possiamo permetterci di perdere con nessuno. Con il Chievo è assolutamente inaccettabile. Con quel pazzo di Guidolin alle spalle distaccato di un punto non è proprio ammissibile. Con Klose a tre punti che si fa le flebo di carbonara non è proprio un qualche cosa che posso minimamente perdonare. Una buona parola per il futuro? Eccola: se il 26 non mi fate mettere la stella sulla maglia io vado di ghigliottina.

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