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IL ROMANISTA Comprate meno. Comprate meglio

Sabatini e Baldini

(G. Sanzotta) – Il nostro campionato è nato e finito con il Napoli. Due partite che sintetizzano una intera annata. L’ultima del girone di andata ci vedeva reduci dalla vittoria, bella e meritata, contro il Milan. Era finalmente la Roma di Zeman. Bel gioco e aspirazioni di classifica. A Napoli volevamo far risultato, ci speravano. Sappiamo tutti come è andata, il calvario del girone di ritorno si conclude ancora con il Napoli. Ma stavolta non ci aspettiamo niente, nulla modificherà il giudizio su un nuovo anno deludente. Ci resta la Coppa Italia. Una vittoria sarebbe la migliore spinta per ripartire anche perché vedrebbe i giallorossi finalmente tornare in Europa, ci prenderemmo una bella rivincita sulla Lazio che, anche stavolta, finisce davanti a noi in campionato pur con una squadra scarsa. Speriamo che i nostri eroi capiscano l’importanza di questa gara: si rendano conto che è l’ultima occasione per ripagare una tifoseria calda e appassionata e che si sente tradita. Comunque vada, però è tempo di bilanci. Per tutti. Forse abbiamo coccolato troppo i nostri eroi, ci siamo illusi che fossero capaci di competere per le prime posizioni di classifica. Ma la realtà è ben altra Una squadra che perde in casa con Udinese, Bologna, Chievo è semplicemente modesta. Un risultato deludente soprattutto per chi ha sostenuto due anni di dispendiose campagne di rafforzamento. E adesso si deve ripartire quasi da zero come quando subentrò la proprietà americana. Quella Roma, pur nella bufera societaria, nei suoi due ultimi anni aveva collezionato un secondo e un sesto posto, molto meglio di questo biennio.

Però era una squadra vecchia e da rigenerare. E’ stata rivoluzionata. Sono arrivati potenziali campioni, o almeno abbiamo pensato fossero tali. Alla prova dei fatti di certezze ne abbiamo ben poche. Molti nuovi arrivati non hanno lasciato alcun segno. Come due anni fa dobbiamo trovare un nuovo portiere. Quelli che si sono alternati sono stati bocciati dai fatti. I due esterni bassi, o come si diceva una volta i due terzini, sono da cambiare. Piris può essere solo un rincalzo. Dodo è ancora un mistero.Balzaretti è simpatico, ma basta questo per farlo giocare titolare? A centrocampo siamo da mesi in attesa del vero De Rossi, Forse l’autentico gioca sotto falso nome all’estero e con noi un sosia, che sia una diabolica trovata di qualche astuto procuratore? Rivogliamo l’originale, speriamo di rivederlo il prossimo anno. Pjanic si è preso valanghe di elogi, ha grande tecnica, esperienza ed è giovane. Abbiamo letto che il Barcellona farebbe follie per averlo. Ma siamo certi che anche in questo caso sia quel ragazzo che gioca con la Roma? Perché di cose meravigliose ne abbiamo viste poche. Forse si sente un campione, ma sarebbe ora che convincesse anche noi spettatori. Poi abbiamo degli onesti comprimari a centrocampo, utili come rincalzi, ma non certo titolari in una squadra con ambizioni.

E in avanti quanto è stato celebrato Lamela. Grandi mezzi sicuramente. Ma ci vorrebbe qualcuno che in perfetto spagnolo spiegasse al ragazzo che si gioca tutte le settimane e la partita dura 90 minuti. Un campione non può esserlo a sprazzi. O il prossimo anno matura oppure dobbiamo convincerci che ci troviamo davanti al solito giocatore con grandi mezzi ma incapace di compiere il salto di qualità . E Osvaldo cosa ha? E Destro?Ancor dobbiamo capire se potrà essere il centravanti del futuro. L’unica certezza è il nostro Totti. Insomma ci avviamo alla terza ricostruzione. Umilmente ai dirigenti della squadra che seguo con passione da più di 50 anni vorrei consigliare di puntare sulla qualità più che sulla quantità. A me non interessa vedere arrivare 10 giocatori nuovi, sconosciuti, ma con un nome sudamericano. Essere nati in Brasile o Argentina non vuol dire essere bravi calciatori. Conoscevo un signore stonato che voleva per forza cantare e la gente lo invitava convinta che un napoletano avesse nel sangue la musica. Era un disastro. Allora comprate meno, ma comprate bene. Stavolta deve partire la ricostruzione della Roma. Tassello per tassello.

Noi a questo scudetto dobbiamo arrivarci. E dobbiamo arrivare ai vertici per rimanerci a lungo. La rinascita di Roma passa anche per il calcio. E per la squadra che porta il nome della città. Stavolta non potete sbagliare, perché è vero che la vita ha tanti aspetti più importanti dello sport, ma questa è una nostra passione. E vogliamo vederla rispettata. Soprattutto dagli attori ben pagati per essere protagonisti della disciplina più bella del mondo.

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